Politica

Una lezione di dignità in un Paese di potenti incollati alle poltrone

Una lezione di dignità in un Paese di potenti incollati alle poltrone

La sentita lettera di Sandro Bondi su Il Giornale di ieri identifica in maniera cristallina l’uomo più che il ministro e getta un’ombra sinistra sullo stato attuale della politica italiana. Sandro Bondi è uomo capace, coraggioso e di grande sensibilità, che ha sempre inteso la politica come un servizio al Paese non curandosi delle polemiche e degli attacchi gratuiti.

Ha avuto il coraggio, nonostante proteste strumentali e critiche immeritate, di varare il decreto sugli enti lirici, che perdono decine di milioni di euro l’anno ed hanno bilanci tutt’altro che trasparenti. Inoltre ha sostenuto fin dall’inizio la legge quadro sullo spettacolo dal vivo, che io stessa ho promosso come prima firmataria, rispettando in pieno le prerogative e i lavori parlamentari senza ingerenze di alcun tipo.

Nella mia attività di responsabile Spettacolo del Pdl ho sempre trovato nel ministro Bondi un interlocutore sensibile e attento alle problematiche del mondo culturale e dello spettacolo. Il coraggio e la determinazione con i quali il ministro Bondi ha sempre difeso il proprio operato e la disponibilità a lasciare l’incarico pur di difendere la propria dignità costituiscono un grande esempio in un Paese nel quale l’attaccamento alla poltrona è proverbiale e la parola dimissioni esiste solo sul vocabolario.

Invito il ministro Bondi a ripensarci e a non lasciare il proprio incarico perché sono sicura che continuerà a rispondere con i fatti alle critiche strumentali ed ingenerose di chi fa della disonestà intellettuale un esercizio quotidiano.
*Deputato Pdl

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