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La lezione di Ferguson alla Luiss di Roma: «Qui mancano gli stadi di proprietà»

«Da voi c'è un divario tra costi e ricavi», sottolinea Il manager del Manchester United che elogia Allegri e Mourinho e sul mancato acquisto di Sneijder dice: «Non è come Scholes, ho già giocatori per sostituirlo»

Una lezione alla Luiss come fosse una partita all'Old Trafford. Per gli studenti dell'ateneo Guido Carli di Roma un «professore» d'eccezione: Sir Alex Ferguson, tecnico-manager del Manchester United che nei due giorni nella Capitale (ieri era stato all'università di Tor Vergata) ha avuto modo di raccontare ai giovani la sua visione del calcio italiano «in stato di crisi» elogiando alcuni suoi colleghi e spiegando anche i motivi che hanno portato il suo club a fare a meno dell'olandese dell'Inter Wesley Sneijder.
La lezione, promossa dal Movimento per l'Etica e la Cultura nello Sport e dall'associazione sportiva Luiss a conclusione della visita del tecnico in Italia, è stata l'occasione per far conoscere agli studenti romani quest'allenatore così longevo e vincente, da quasi un quarto di secolo alla guida della squadra più titolata di Manchester. Prima delle domande dei ragazzi, però, la foto di rito con i responsabili della squadra universitaria della Luiss è stata motivo per una risata generale. «È della Lazio?» ha domandato Sir Alex, riferendosi ai colori biancocelesti che accomunano la maglia dell'ateneo, regalata a Ferguson con tanto di nome e numero uno, a quella della società del presidente Lotito.
Nel suo intervento, Ferguson ha ribadito l'importanza della gestione del gruppo, dai calciatori ai dirigenti: un ruolo manageriale «difficile», ma per lui «naturale». Gli studenti hanno poi obbligato Ferguson a parlare di attualità. Come, ad esempio, del mancato passaggio di Wesley Sneijder alla sua corte, in sostituzione del ritirato Paul Scholes. «Sneijder è un giocatore fantastico - ha affermato Sir Alex - ma non è il sostituto di Scholes. Soltanto Xavi e Iniesta sono paragonabili a lui. Ho già altri giocatori che possono sostituirlo».
Lo scozzese, che ha vinto due Champions League, ha parlato anche dell'avventura della squadra di Mazzarri in Europa: «Il Napoli ha un girone duro, ma è un team forte. Non posso paragonarlo al Napoli di Diego Armando Maradona, ma è forte e i suoi tifosi hanno una grande passione». Sfida difficile anche per il Milan per cui «non sarà facile affrontare il Barcellona». Ferguson, però, non ha nascosto il proprio apprezzamento per il tecnico rossonero Massimiliano Allegri («molto bravo») oltre che per Capello, Ancelotti e Ranieri. Il manager dei Red Devils ha parlato anche della situazione del calcio italiano, ribadendo la sua teoria della ciclicità del calcio internazionale e motivando l'appannamento del calcio tricolore anche con «l'assenza di stadi di proprietà. In Italia, infatti, c'è un divario tra costi e ricavi». E il pensiero è andato alla Juventus che inaugurerà giovedì il proprio stadio: «È una squadra con grande tradizione e storia e potrà contare su questo».


Ancora parole dolci poi per il tecnico Jose Mourinho: «È un uomo intelligente - ha ammesso - ed è dotato di autoironia, ma soprattutto non vuole essere falso». Apprezzamento anche per l'attaccante italiano Federico Macheda che, a detta del tecnico scozzese, diventerà un «top-player» perchè «ha soltanto venti anni e crescerà».

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