Compare all'improvviso, tra i boschi di cedro. Porta ancora i segni delle ferite della guerra civile e dei bombardamenti israeliani del 2006, ma Beirut, la Parigi d'Oriente, è rifiorita.
Soprattutto il suo lungomare, la corniche, e Avenue de Paris che sembra un salotto francese più che una passeggiata tra le palme tutte ingioliettate, una parurre di luci al neon che penzolano dai rami: coppie di giovani - a Beirut sembrano tutti ragazzi! - camminano sorridenti mano nella mano o a gruppi entrano ed escono dalle terrazze dei nighclub che sono affacciati sul Mediterraneo. Nei caffè, soprattutto quelli di Ras, Hamra e vicino al college americano, si incontrano persone di tutte le lingue e religioni che discutono e si infervorano per la politica e il calcio.
E tantissimi sono i turisti - è la città che nel 2009 ha fatto registare il maggior aumento al mondo nel numero di visitatori - che vengono ad ammirare il Parlamento, il Palazzo del Municipio, varcano la soglia della Cattedrale ortodossa di San Giorgio, e sostano di fronte alla Moschea di Al-Omari che rivaleggia in bellezza con la Cattedrale maronita di San Giorgio. Ed è ricca anche di vestigia romane, dalle terme al cardo maximus.
Beirut, oggi, è soprattutto la città dei nottabuli per antonomasia nel Medio Oriente. Specialmente il quartiere cristiano di Aschrafiyé, intorno a Gemmayze, i bar sono sempre affollatissimi: allo Spoon Club ragazze bellissime servono coktail psichedelici, mentre gli uomini di affari si confondono ai politici tra la clientela del ristorante armeno Al Mayass. Per ballare, invece, i ragazzi scelgono le discoteche del quartiere di Monot, soprattutto il BO-18 a Quarantine: la pista è interrata in un parcheggio, sfoggia interni barocchi, i divani sono simili a bare, e poi all'improvviso nel corso della notte il tetto si apre facendo entrare... le stelle. C'è anche il pizzicato pop arabo dalle musiche sparate altissime del disco club Cassino, presso il grattacielo Sodeco. Ma sopratutto Beirut è famosa per lo Sky Bar nell'area fieristica di Biel, un parallelepipedo che si stende sin sopra l'acqua fatto costruire con i detriti delle case demolite durante la guerra civile. L'area è ancora un cantiere a cielo e mare aperto, ma il Ristorante Bice e il Pavillon Royal, un hotel in stile neoclassico è già aperto. Un ascensore porta sulla terrazza dalla quale si gode una vista indimenticabile su Beirut.
Un altro indirizzo imperdibile è il White Bar sulla punta del grattacielo che ospita il quotidiano An Nahar nella scenografica Piazza dei Martiri caratterizzata dalla faraonica moschea Al Amin, che sembra una scenografia per un film in costume: si brinda innalzando calici di Veuve Clicquot.
Una notte infinita, quella di Beirut, con la musica raffinata del Bar Demo, dove sciamano i ragazzi assetati di cocktail e di note dopo avere fatto lo struscio tra Downtown e Gemmayze street, sfidando i clacson strombazzanti delle decine di Porsche, Ferrari, Mercedes e BMW esibite come status symbol insieme ad orologi giganteschi, parcheggiate a tutti i costi in Place d'Etoil. Una voglia di vivere che sembra più forte dei problemi politici e delle difficoltà economiche legate alla ricostruzione.
E in netto contrasto con le macerie affioranti nella città, anche se il fascino delle decadenti residenze francesi, dei palazzi abbandonati e delle centinaia di facciate bucherallate dai fori dei proiettili rende Beirut unica al mondo. E anche l'Hotel Le Gray (266 Zahr Plaza, Sami El Solh Avenue, Beirut, Lebanon, t. 00961. 1.394555)è un posto strabiliante insieme al suo club, il Bar Threesixty e soprattutto il club Noir, sulla terrazza al settimo piano dell'Andalusia Building lascia esterrefatti: interni argento, luci colorate in un sotterraneo della zona di Quarantaine, disegnato dall'architetto libanese Bernard Khoury: era un campo profughi durante la guerra civile. Ennesimo paradosso di una città che non dimentica, ma vuole guardare avanti. Informazioni: l'operatore milanese «I Viaggi di Maurizio Levi» (tel. 0234934528, www.deserti-viaggilevi.it) propone un itinerario di 8 giorni dedicato alle principali destinazioni storiche e archeologiche.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.