Via libera ai finanziamenti per le mucche anti-metano
29 Giugno 2021 - 08:00Ora tocca alle mucche. D'ora in poi anche loro dovranno contribuire alla lotta contro il riscaldamento del pianeta
Ora tocca alle mucche. D'ora in poi anche loro dovranno contribuire alla lotta contro il riscaldamento del pianeta. Tra gli obiettivi degli eco-schemi, i progetti ecologici a cui la nuova politica agricola europea legherà, almeno in parte, i versamenti di sostegno agli agricoltori, ce ne sarà uno inedito e a prima vista sorprendente: si tratta di ridurre con degli appositi additivi alimentari la quantità di metano emessa dai ruminanti.
Tutto parte da una considerazione: si parla di solito di gas serra a proposito dell'anidride carbonica, ma di gas serra ce n'è anche un altro, il metano appunto. Anzi, quest'ultimo è, sotto certi aspetti, perfino peggio del primo: una tonnellata di metano causa 86 volte più riscaldamento della stessa quantità di anidride carbonica. Una cifra enorme che però non deve spaventare più di tanto: l'altra faccia della medaglia è che l'anidride carbonica resta in circolazione per centinaia e centinaia di anni, mentre il metano (formato da un atomo di carbonio e quattro di idrogeno) svanisce fortunatamente nell'atmosfera in una dozzina.
Comunque sia, nel mondo si emettono tra i 550 e gli 850 milioni di tonnellate di metano all'anno. Più della metà (esattamente tra il 50 e il 60%), deriva da attività umane ed esattamente da tre tipi di attività. Più o meno un terzo è causato dal trattamento di combustibili fossili (estrazione e trasporto di carbone, petrolio, gas), un terzo da discariche, incendi, traffico, un altro terzo dall'agricoltura. E qui si arriva al dunque. Gran parte di questo tipo di emissioni è legata a microorganismi che vivono in due contesti diversi: le acque, povere di ossigeno, delle risaie e il sistema digerente delle mucche. Quanto alle risaie il sistema migliore per ridurre le emissioni è di ridurre al minimo indispensabile la loro irrigazione (risparmiando anche un altra risorsa importante come l'acqua).
L'80% delle emissioni agricole è però legato alle mucche. Per ridurle ci sono varie strade. Ci sono alghe che contengono sostanze che naturalmente frenano lo sviluppo dei microrganismi che producono metano. La controindicazione è che nutrire gli animali con queste alghe provoca una riduzione nella produzione di latte e carne. Esistono poi oli vegetali naturali che possono essere aggiunti alla dieta degli animali e che hanno la caratteristica di non provocare fermentazione. Infine c'è l'onnipresente chimica: l'industria farmaceutica sta sviluppando prodotti studiati ad hoc per ottenere l'obiettivo desiderato.
In tutti i casi, e in attesa di capire quale potrà essere la strada migliore da seguire per ridurre il secondo gas serra, le associazioni agricole non si sono dette contrarie in maniera pregiudiziale a inserire tra gli obiettivi degli eco-schemi anche la riduzione delle emissioni di metano di provenienza bovina.
L'unica richiesta è che l'adesione ai progetti sia per gli agricoltori del tutto volontaria.