Via libera alla Camera di commercio al tavolo nobile della Fondazione. Resta uno spiraglio per Palazzo Isimbardi che però replica: «Ne discuteremo in giunta» Provincia alla Scala? Semaforo rosso del cda Due le condizioni: sì del governo ad allargare i

(...)«Abbiamo deciso - spiega Ermolli - di richiedere al governo, quindi al ministero dei Beni culturali, la modifica della legge sulle fondazioni. Per poter così allargare a nove il numero dei membri del cda». Progetto per cui ci vorrà qualche tempo. Intanto il rinnovo dell’attuale cda, durante l’assemblea dei soci già messa in agenda per il prossimo 14 novembre, avverrà a sette membri e si procederà con l’ampliamento solo una volta avuto il via libera per legge. «Intanto - assicura Ermolli - si rinnova il cda a sette, poi si allarga». Sui nomi dei candidati il vicepresidente della Fondazione fa muro («Dovranno pronunciarsi i fondatori»). Via libera anche alla cooptazione dei due nuovi soci fondatori, Riva Fire e Fondazione Banca del Monte di Lombardia.
Più spinoso il capitolo Provincia. All’uscita l’assessore alla Cultura Daniela Benelli spiega che la richiesta di diventare socio di diritto con un rappresentante fisso nel cda dovrà sottostare a due condizioni: l’accoglimento da parte del governo dell’allargamento a nove membri e il versamento in un’unica soluzione di quasi undici milioni di euro. Due annualità dell’8 per cento del Fus (Fondo Unico dello Spettacolo) pari ciascuna a 2,7 milioni di euro, oltre a un pregresso di 5,2 milioni di euro per i 4 anni passati dall’istituzione della Fondazione in poi. «Certo - commenta amara la Benelli - non abbiamo avuto l’impressione che ci abbiano accolto a braccia aperte. Queste richieste di denaro sono uno sbarramento che mostra la mancanza di volontà politica di accogliere la Provincia. Noi eravamo già decisi a stanziare quello che stabilisce lo statuto, cioè le due annualità pari a 5,4 milioni di euro. Ma quanto ci viene richiesto è il doppio. E bisognerà discuterne in giunta. Anche perché ci impongono di farci carico di quanto non ha fatto la precedente giunta di centrodestra presieduta da Ombretta Colli». Che, in passato, si limitava a versare 103mila euro all’anno. Immediata la replica di Ermolli («Se la Provincia si allinea con i contributi richiesti, ben venga. La Scala ha bisogno di risorse. «La Camera di commercio ha già versato finora oltre 18 milioni»).
Critica l’opposizione di centrosinistra. «Sembra un atteggiamento da azzeccagarbugli - attaccano i diessini Emanuele Fiano e Marilena Adamo - che rischia di far perdere il contributo economico della Provincia proprio quando la Scala deve far fronte al taglio di 9 milioni previsto dalla Finanziaria. Al di là dell’aspetto finanziario, la presenza della Provincia a fianco di Regione e Comune non potrà che dimostrarsi vantaggiosa per la Scala, perché ne rafforza la solidità istituzionale a garanzia del futuro.

Nell’interesse della città, invitiamo il sindaco a non far prevalere logiche di partito o, peggio, personali».
«Che tutti gli enti locali - aggiunge il senatore Nando Dalla Chiesa - debbano entrare nel cda di un patrimonio come la Scala è addirittura un fatto dovuto».

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