Via libera a Citylife, la metro 5 «taglia» due terzi dei posti auto

Approvata la variante: sì al Museo di Libeskind, nonostante il rischio di ricorsi. Raddoppia il verde e il traffico nelle ore di punta si ridurrà del 45 per cento

Il Comune sfida i comitati del no. Via libera alla variante di Citylife, compreso quel Museo di arte contemporanea firmato Daniel Libeskind contro cui si è schierato anche l’Ordine degli architetti, che pretenderebbe un concorso pubblico per la progettazione. «Basta poco per bloccare un progetto strategico come la Tav - considera l’assessore all’Urbanistica Carlo Masseroli - figurarsi qui quanti spazi di contestazione sono possibili. Ma abbiamo 5-6 anni di tempo per trasformare Milano in vista dell’Expo e speriamo che la città voglia giocare la partita della responsabilità, facendo prevalere l’interesse generale su quello particolare, senza ricorsi e contestazioni». Rispetto alla versione del 2005, con la variante approvata ieri (dopo 4 rinvii) dalla giunta, la Citylife che sorgerà nel 2014 sulle ceneri della vecchia Fiera avrà più verde - da 128mila a 188mila metri quadrati, il 47,2% in più -, si potrà andare in bici dal parco Sempione al Montestella lungo un percorso di circa 5 chilometri, alle Tre Torri arriverà la linea 5 del metrò e il Comune conta di ridurre il traffico di oltre il 45 per cento nelle ore di punta. Obiettivo che sta dietro a una scelta che altrimenti, con la fame di parcheggi che c’è in città, appare alquanto discutibile: la superficie destinata a posti auto a rotazione è stata ridotta addirittura di due terzi, dagli iniziali 72mila metri quadri a 27mila, mentre restano invariati quelli residenziali (147mila mq) e aumentano del 20% quelli destinati al terziario (da 30 a 36mila mq). «Vogliamo incentivare l’uso della metropolitana, che prima non era prevista», spiega Masseroli. Non ci sarà alcun parcheggio a rotazione ad esempio in piazza Giulio Cesare.
Il Comune chiederà all’operatore privato di iniziare da subito la realizzazione del Museo di Libeskind, mentre sarà da rivedere il progetto della Fondazione Muba, al posto del padiglione 3 della vecchia Fiera, bocciato dalla Sovrintendenza: «Faremo il museo del bambino - garantisce l’assessore - ma anche in quello di arte contemporanea ci saranno spazi dedicati ai più piccoli». Ragion per cui non è escluso che il padiglione 3 venga usato in parte per aprire un grande mercato enogastronomico in collaborazione con Slow Food. Gli azionisti di CityLife (Generali, Allianz, Fondiaria-Sai e Lamaro) dovranno finanziare opere pubbliche per circa 200 milioni di euro: sono cresciuti di 20 milioni gli oneri di urbanizzazione, cifra valutata dall’Agenzia del Territorio e che verrà usata parte per il Museo, per il palazzetto dello sport al Vigorelli (ben 12 milioni) e per riqualificare la zona circostante.
Già ampiamente criticati per la forma, i grattacieli di Hadid, Libeskind e Isozaki preoccupano i residenti per l’«effetto ombra» che renderebbe il verde poco fruibile.

Ipotesi smentita dal Comune: la fascia parzialmente oscurata «non supererà il 10% dell’intero parco e verrà progettata secondo criteri che terranno conto del minore soleggiamento, anche nella scelta delle piante». Ora la variante sarà esposta per 60 giorni per le eventuali «osservazioni» del pubblico, poi l’approvazione definitiva, i permessi di costruzione e finalmente i cantieri.

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