Via libera del consiglio ai «Milano Bond»

Talamona: «Sono molto soddisfatto, il dibattito è stato di alto spessore»

Andrea Indini

Non c’è stato bisogno di sfidare il caso: il sì del Consiglio comunale al «Milano bond» è arrivato ieri, un giorno prima del 17 giugno, termine «ultimo» indicato dal sindaco. «Non sono superstizioso - aveva assicurato nei giorni scorsi Gabriele Albertini -, vedremo se entro venerdì 17 sarà approvato il provvedimento essenziale che consentirà di risparmiare 106 milioni di euro in oneri finanziari».
E così è stato. Con 32 voti a favore, il Consiglio comunale è riuscito ad approvare la delibera per l’emissione dei bond comunali. L’operazione permetterà di rifinanziare il debito dell’amministrazione pubblica degli ultimi cinque anni. Alla fine, in aula, non ci sono stati astenuti e voti contrari. I consiglieri dell’opposizione, al momento del voto, sono tutti usciti. «Lo abbiamo fatto per autotutela», dichiara il consigliere dei Ds, Marilena Adamo.
«Molto soddisfatto», si dice invece l’assessore comunale al Bilancio, Mario Talamona. «Sia per l’approvazione della delibera e la compattezza della maggioranza, sia per il tono molto civile della discussione e per lo spessore del dibattito». «L’opposizione - conclude Talamona - alla fine non si è spinta troppo in là con l’ostruzionismo». Nei giorni scorsi, in un’intervista al Giornale, l’assessore l’aveva definita «un’operazione che farebbe qualsiasi buon padre di famiglia». I soldi ricavati serviranno a finanziare le grandi opere, a partire dalla linea quattro della metropolitana. Il Milano Bond avrà una durata trentennale e sarà collocato presso investitori istituzionali, quali fondi pensione, assicurazioni e fondi di investimento. Sarà quotato alla borsa di Lussemburgo.
«Siamo orgogliosi di questa operazione che la Cdl ha votato da sola - spiega Manfredi Palmeri, capogruppo di Forza Italia in consiglio Comunale -. Grazie a questo provvedimento ci saranno più di 50 milioni disponibili per le finanze comunali. Quella che abbiamo appena approvato riguarda la rinegoziazione dei mutui dal 31 dicembre del 1996. Spero che presto si possa procedere anche a rinegoziare i mutui antecedenti a quella data».

E l’opposizione? «È una soluzione importante ma viziata da sapore elettorale - ribatte Emanuele Fiano, capogruppo dei Ds-. I maggiori vantaggi in assoluto dell’operazione in termini economici li percepirà questa amministrazione, quest’anno, con un risparmio di 108 milioni sulla parte corrente del bilancio in corso».

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