RomaPapa Ratzinger anticipa i contenuti della nuova enciclica sociale chiedendo che siano ripensati «certi paradigmi economico-finanziari che sono stati dominanti negli ultimi anni» e la costruzione «di un nuovo modello di sviluppo più attento alle esigenze della solidarietà».
Benedetto XVI ha ricevuto ieri mattina i partecipanti al convegno internazionale su «Valori e regole per un nuovo modello di sviluppo», organizzato dalla Fondazione vaticana Centesimus Annus Pro Pontifice. E preannunciando lormai imminente pubblicazione dellenciclica sociale, la terza del suo pontificato, che sarà intitolata Caritas in veritate e sarà firmata il prossimo 29 giugno, Ratzinger ha ribadito il valore delle affermazioni contenute nella Centesimus annus di Giovanni Paolo II sulleconomia di mercato quale via di progresso «se orientata al bene comune».
Il Papa, dopo aver ringraziato i membri della fondazione, ha spiegato che lincontro «assume un significato e un valore particolare alla luce della situazione che vive in questo momento lintera umanità». «La crisi finanziaria ed economica che ha colpito i Paesi industrializzati, quelli emergenti e quelli in via di sviluppo ha continuato Benedetto XVI mostra in modo evidente come siano da ripensare certi paradigmi economico-finanziari che sono stati dominanti negli ultimi anni». È stato dunque importante affrontare, nel corso del convegno internazionale il tema «della ricerca e della individuazione di quali siano i valori e le regole a cui il mondo economico dovrebbe attenersi per porre in essere un nuovo modello di sviluppo più attento alle esigenze della solidarietà e più rispettoso della dignità umana».
Ratzinger ha detto di appoggiare limpostazione del convegno, vale a dire lesame delle «interdipendenze tra istituzioni, società e mercato, partendo, in accordo con lenciclica Centesimus annus, dalla riflessione secondo la quale leconomia di mercato, intesa quale sistema economico che riconosce il ruolo fondamentale e positivo dellimpresa, del mercato, della proprietà privata e della conseguente responsabilità per i mezzi di produzione, della libera creatività umana nel settore delleconomia, può essere riconosciuta come via di progresso economico e civile solo se orientata al bene comune».
Questa visione però, spiega ancora il Pontefice, «deve anche accompagnarsi allaltra riflessione secondo la quale la libertà nel settore delleconomia deve inquadrarsi in un solido contesto giuridico che la metta al servizio della libertà umana integrale, una libertà responsabile il cui centro è etico e religioso». In effetti la Centesimus annus a questo proposito afferma: «Come la persona realizza pienamente se stessa nel libero dono di sé, così la proprietà si giustifica moralmente nel creare, nei modi e nei tempi dovuti, occasioni di lavoro e crescita umana per tutti».
Benedetto XVI ha quindi auspicato che le ricerche sviluppate durante i lavori del convegno «ispirandosi agli eterni principi del Vangelo, elaborino una visione delleconomia moderna rispettosa dei bisogni e dei diritti dei deboli». Infine, la conferma dellormai imminente uscita dellenciclica sociale, attesa già da due anni e ritardata fino ad ora proprio a causa della crisi economica che ha costretto a rivedere lintera impostazione del testo: «Come sapete ha detto Ratzinger verrà prossimamente pubblicata la mia enciclica dedicata proprio al vasto tema delleconomia e del lavoro: in essa verranno posti in evidenza quelli che per noi cristiani sono gli obbiettivi da perseguire e i valori da promuovere e difendere instancabilmente, al fine di realizzare una convivenza umana veramente libera e solidale».
Lesplicita e ripetuta citazione dellenciclica wojtyliana, pubblicata nel 1991, riveste una particolare importanza per comprendere le linee guida del nuovo documento che Benedetto XVI si appresta a firmare alla fine di questo mese.
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