Il liberale con due passioni: Kennedy e il bollito misto

Il suo mito è John Kennedy e in ufficio ha un poster del presidente americano comprato a Boston quando aveva vent’anni, ovvero poco prima di debuttare in politica. Giulio Gallera, capogruppo del Pdl a Palazzo Marino, nato a Milano nel 1969, liceo scientifico seguito da laurea in legge con tesi di diritto privato, ha un’aria da bravo ragazzo, capace di scelte giudiziose, a partire dal Pli, il partito con cui ha debuttato in politica nel 1989. Consiglio di zona, poi consiglio comunale, presidente della commissione urbanistica, assessore e capogruppo del Pdl a Palazzo Marino, Gallera è uno dei due protagonisti della vita politica milanese pronto a trasferirsi al Pirelli.
La competizione è dura e Gallera lo sa bene, perché nel 2000 aveva già tentato una prima volta il salto in Regione, ma le oltre quattromila preferenze non gli erano bastate per sfondare. Aveva trentun anni e la performance elettorale, anche se non gli aveva aperto le porte del Pirellone, era stata una passerella per entrare in giunta con Gabriele Albertini. Gallera lo ricorda con una certa nostalgia: «Ero uno dei più giovani, pieno di belle speranze ma senza una presenza strutturata in città. Oggi sento di avere maturato esperienze molto maggiori e una certa autorevolezza». I suoi mentori? ne cita due, Mariastella Gelmini («ammiro molto il suo coraggio») e Mario Mantovani. Tra i supporter ha il capogruppo del Pdl in consiglio provinciale, Bruno Dapei («voterò Giulio» assicura agli amici).
La caccia al voto, racconta Gallera, si fa con pazienza, con una persona alla volta: «È fondamentale stare in mezzo alla gente e ascoltare, stringere mani, frequentare i banchetti e le associazioni». Niente grandi eventi, nessun aperitivo o mega cena da migliaia di invitati, «sia perché costano troppo sia perché non sei affatto sicuro che le persone ti votino, anzi a volte partecipano a cene elettorali in cui non sanno nemmeno chi sia il candidato che si festeggia». Così Gallera punta sui piccoli numeri diffusi sul territorio e sui suoi contatti con l’Anci, l’associazione dei Comuni di cui è vicepresidente in Lombardia, e con la conferenza regionale autonomie, «dove ho acquisito competenza sulla stesura delle leggi». Ovvero dall’altra parte della barricata, visto che Gallera è anche avvocato.
Tra i sostenitori più accesi vanta la Confraternita del bollito misto, aiuto da non sottovalutare visto che si tratta di una lobby con tanti adepti e poche pretese: «Li ho conosciuti attraverso un amico commercialista, condividiamo la passione per la salsa verde e un po’ anche per la mostarda». Al Parco delle Cave, luogo che gli è caro, è socio onorario di arcieri e pescatori.

E poi conta sui frequentatori della bocciofila Caccialanza di viale Padova, che più volte è andato a premiare a mezzanotte, alla fine delle loro accanite gare: «Svolgono un ruolo fondamentale, perché la bocciofila è un punto di aggregazione importante in un’area particolarmente critica, a alta densità di immigrazione». Li ha aiutati a rimettere a posto il tetto: «Penso che uno debba essere votato per quel che ha fatto».

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