Chi di okkupazione ferisce, di okkupazione perisce. E’ quello che accade dalle parti di Rifondazione comunista, partito da sempre vicino agli occupatori abusivi. Tutti, tranne uno: il direttore Piero Sansonetti che, messo su da Fausto Bertinotti, proprio non ne vuol sapere di mollare la poltronissima del quotidiano-organo ufficiale del partito. Nonostante la vittoria, all’ultimo congresso, del gruppo contrario alla linea bertinottiana.
Sono settimane che il segretario del Prc, Paolo Ferrero, invano manda segnali e anche pubblicamente dà dell’abusivo a un direttore accusato di straimpipparsene del nuovo corso e di non dare alcun risalto a notizie ritenute essenziali dalla Segreteria. Sansonetti, si sa, preferisce lisciarsi il ciuffo da sessantottino in televisione (preferibilmente da Bruno Vespa) e pubblicare articoli di taglio particolare. Ma, soprattutto, ha scoperto che sostenere tesi che possano suscitare scalpore sui giornali borghesi tira acqua al proprio mulino. Nonostante le tesi a volte siano talmente estreme (una per tutte: “Luxuria come Obama”) da risultare grottesche. Un modo per acquistare popolarità personale, e rafforzare la poltrona. Una specie di fallo d’ostruzionismo continuo, che sta portando Ferrero e i suoi ai matti.
Ovunque viene ospitato in tivù si vede chiedere di risparmiare la testa di Sansonetti. E il leader non ne può più. Ma l’ultimo capitolo della guerra intestina rischia di sbloccare la situazione, visto che si parla di cifre vere e cifre taroccate. Lo scontro si è acceso dopo la pubblicazione sul quotidiano, con grande enfasi (addirittura in prima pagina), di un articolo di Sergio Bellucci, presidente del cda della “Mcr”, società editrice del giornale. Nel suo articolo Bellucci fornisce dei dati relativi a "Liberazione" (e il giornale titola l'articolo dicendo ai lettori che quelli sarebbero i dati "ufficiali") sostenendo che «non c'è nessun calo di vendite nel 2008». Veemente la reazione di Claudio Grassi, già leader dei cossuttiani del partito e ora pilastro della segreteria Ferrero: “Come è noto arrampicarsi sugli specchi è difficile, ma, in questo caso è impossibile. Il disastro economico e editoriale del nostro giornale è inappellabile. I dati si possono rivoltare come si vogliono, ma stanno agli atti. I bilanci della Mrc sono consultabili e ci danno questi numeri. Partendo dal 2005 e arrivando fino ad oggi (visto che l'attuale direzione di Piero Sansonetti inizia nell'ottobre del 2004), le perdite sono queste: nel 2005, 1.756.000 euro; nel 2006, 1.991.000; nel 2007, 2030.000; nel 2008, 3.300.000, più 500.000 per aumentare il capitale sociale. Il partito ha quindi dato al giornale, nei quattro anni di direzione Sansonetti, 9.576.000 euro. Circa venti miliardi di vecchie lire”.
Son dolori anche riguardo le vendite, spiega Grassi. “Il dato è altrettanto chiaro. Facendo riferimento allo stesso periodo, quindi allo stesso direttore, passiamo da 9638 copie (gennaio 2005) a 5380 (dicembre 2008) con un calo, sempre in quattro anni, di ben 4258 copie, pari al 44,18% delle stesse. D'altra parte, anche se Bellucci non ne parla e di ciò mai sono stati informati i lettori del giornale, qualche cosa deve essere successo anche nel Consiglio di Amministrazione che lui presiede, visto che dal marzo 2008 ad oggi si sono dimessi quattro consiglieri su nove, tra i quali anche l'amministratore delegato Presciutti e l'amministratore precedente Belisario”.
Amara la conclusione di Grassi, che sembra preannunciare nuvoloni neri su Sansonetti (deciso almeno a mangiare il panettone in viale del Policlinico): “Che di fronte a questi risultati non si abbia nemmeno la modestia di riconoscere
il proprio fallimento, ma, anzi, si continui a gettare discredito sul partito, trattandolo in modo sprezzante - come è avvenuto recentemente in diverse interviste, da parte di Sansonetti - è semplicemente inaccettabile”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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