Liberi dalla patonza, schiavi di uno stenografo

Evviva, abbiamo cancellato la parola d’ordine del 2011, la patonza, esultavano l’altra sera in tv i sapienti. Invece la parola d’ordine del 2012 è sacrifici: contenti?

Liberi dalla patonza, schiavi di uno stenografo

Riceviamo e pubblichiamo:

A seguito di accordo, viene data la possibilità agli stenografi parlamentari del Senato di rettificare l’informazione distorta che mesi fa è stata data sulla loro attività e sulle loro retribuzioni.

Stenografo parlamentare è la qualifica attribuita ad un ristretto numero di dipendenti del Senato (attualmente meno di cinquanta) che in realtà si occupa della più complessa attività di comunicazione istituzionale, in attuazione del principio costituzionale della pubblicità dei lavori parlamentari, sancito dalla Costituzione, attraverso cui gli elettori possono conoscere e verificare l’attività dei loro rappresentanti in Parlamento. Gli stenografi del Senato (personale altamente qualificato, assunto dopo una lunga procedura concorsuale) adempiono a questa funzione curando la redazione e pubblicazione di resoconti stenografici e sommari e di comunicati.

Più che cercare di informare correttamente, però, alcuni media hanno costruito un’immagine che destasse scandalo, associando la figura unicamente a livelli retributivi non rispondenti alla realtà: nessuno stenografo guadagna come il Re di Spagna. Esiste, invece, una progressione di carriera e di retribuzione che parte da uno stipendio mensile netto di 2.647 euro, come riportato dal sito Internet del Senato. È stata falsamente attribuita a tutti gli stenografi una retribuzione che in realtà è possibile raggiungere solo in particolari condizioni di carriera e anzianità, di cui nessuno attualmente gode, né probabilmente godrà mai in futuro. È come se, parlando dei costi della Difesa, fosse stata attribuita a tutti i militari la retribuzione dei generali di corpo d’armata.

È legittimo discutere del costo degli organi istituzionali e quindi anche dei livelli retributivi del loro personale. Non è legittimo, invece, fornire un’immagine deformata e citare retribuzioni virtuali per costruire operazioni mediatiche in spregio dei diritti delle persone coinvolte.

Evviva, abbiamo cancellato la parola d’ordine del 2011, la patonza, esultavano l’altra sera in tv i sapienti.

Invece la parola d’ordine del 2012 è sacrifici: contenti? Ottimismo, dicono oggi gli iettatori di ieri. E si fabbricano sondaggi ad hoc: l’Italia è più felice, dice uno studio dell’Università La Sapienza di Roma, da quando è caduto Berlusconi. Ci siamo liberati dall'anomalia Berlusconi che ci rendeva così anormali rispetto all’Europa e al Mondo, rincarano i sapienti. Benissimo, ci restano solo alcune trascurabili anomalie. Siamo il Paese europeo e credo al mondo, dove i parlamentari prendono più soldi anche se negano e imbrogliano le carte in modo spudorato.

Siamo il Paese europeo e credo al mondo, col maggior numero di parlamentari e col record assoluto di persone che campano sulla politica.

Siamo il Paese europeo e credo al mondo dove la benzina costa di più.

Siamo il Paese europeo e credo al mondo dove la pressione fiscale è più alta e lavoriamo fino a metà anno per pagare le tasse. Devo continuare?

Ecco, io preferirei eliminare queste anomalie, vorrei in quei campi adeguarmi ai mitici standard europei. Leggevo che uno stenografo della Camera prende più del re di Spagna.

Ma la monarchia è superata, diranno; perché gli stenografi hanno ancora un senso oggi? Il re è il simbolo di una nazione ma anche lo stenografo più pagato del re è il simbolo del nostro Paese; ne siete fieri?

Ma in tv, a scuola, all'università, sui giornali ci insegnano che dobbiamo essere felici per la liberazione dalla patonza e del suo mentore.

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