Ieri sono stato attaccato da Vittorio Feltri: un signore che non ha neppure il coraggio di essere direttore responsabile del suo giornale perché ha paura delle querele. Un signore che ha fatto la battaglia contro le baby-pensioni e poi è andato in pensione a 53 anni. Un signore che ha fatto la battaglia contro le sovvenzioni pubbliche ai giornali di partito e poi ha trovato il modo di prenderle anche lui. E tacciamo di altre faccende. A Feltri è saltata la mosca al naso perché io ho dato di farisei a quei consiglieri di Forza Italia che vogliono appuntare la medaglia doro del Comune di Milano sul petto del vicedirettore di Libero, Renato Farina: un premio a un giornalista che si è messo al soldo dei servizi segreti e che ha fatto pedinare un magistrato per il Sismi. Un premio per aver spiato, nascondendosi dietro un giornale (il suo) come le spie dei film. Un distintivo per aver fatto lagente segreto con rimborso a piè di lista. Un riconoscimento al valor civile per aver combattuto la guerra tra Occidente e Islam: anche se Farina è diventato Agente Betulla nel '99, quando le Twin Towers svettavano e Farina gli Usa li attaccava perché bombardavano i serbi.
Feltri è così lucido che non ha capito neppure che per Farina si vuole solo scongiurare il peggio, come ho scritto laltroieri: perché è Farina che ha abbandonato la posa del difensore dell'Occidente, è lui che si è detto pentito, e ha chiesto scusa, ha ammesso l'errore. E non puoi premiare un tizio per un errore: penalmente rilevante, peraltro. Non puoi prospettare alla classe giornalistica che se infrangi la legge e ti fai pagare dai servizi segreti ti premiano pure. Non puoi, e non devi, alzare la posta politica e fare di Farina una bandiera: altrimenti diventa l'oggetto di un contendere che riguarda altre cose, rischia di essere schiacciato in mezzo, di peggiorare una punizione già inflittagli e che per quanto mi riguarda va benissimo così.
Ma Feltri non ha capito un tubo. Ha scritto che «patteggiare non vuol dire riconoscere la colpa, lo dice la legge»: e la legge dice proprio il contrario. Mi ha dato di invidioso, di roditore, di iettatore e incredibilmente di «garantista a seconda del reddito e del padrone», confondendo la mia storia di garantista con la sua di banderuola: passato com'è egli medesimo, si sa, dal fare il quotidiano più forcaiolo della Storia al fare il più garantista, sinché gli è riuscito: per il grano e i quattrini, direbbe lui.
Un signore, Feltri, che ieri ha scritto di me: «Sul piano della iettatura lo avverto: ne ho già stecchiti per molto meno». Una 44 Magnum per l'ispettore Feltri. Datelo a lui l'Ambrogino d'oro, anche se probabilmente lo venderebbe subito.
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