Economia

Libertà di licenziare, l’Europa s’interroga sul modello Usa

Hp, Kodak e Ibm tagliano 40mila posti. E il gap tra le due economie si allarga

Felice Manti

da Milano

You’re fired. Sei licenziato. Nelle ultime settimane se lo sono sentiti dire quasi 40mila impiegati di tre delle più importanti aziende americane. Per Eastman Kodak, Hewlett-Packard e Ibm il ricorso al licenziamento si è reso necessario a causa di conti in rosso.
Kodak taglierà altri 10mila posti tra Stati Uniti ed Europa, rispetto ai 15mila già previsti. All’inizio della settimana Hewlett-Packard ha annunciato un taglio della forza lavoro del 10%. Secondo il quotidiano tedesco Handelsblatt in Germania sono a rischio 2.000 persone. Anche la scure di Ibm si è abbattuta sull’Europa: il 70% dei 14.500 dipendenti da licenziare vive nel Vecchio continente.
Mentre negli Usa il tasso di disoccupazione non risente di questa politica dei licenziamenti, su questo fronte Francia e Germania, le principali economie della Zona euro, stanno soffrendo. Un disoccupato tedesco su due ci mette un anno a trovare un nuovo posto di lavoro. Oltreoceano la percentuale scende a uno su 8. Michael Mussa, già economista del Fondo monetario internazionale, interpellato da Bloomberg ha detto che «il cuore del dibattito è proprio capire se il modello americano ad hire and fire (affitta e licenzia) dia maggiori benefici del sistema sociale europeo».
In Europa, ha detto Mussa, si pensa che «il lavoratore non debba essere sacrificato per motivi economici». Secondo un recente rapporto della Banca mondiale, licenziare un lavoratore in Francia e Germania è quattro volte più difficile che negli Usa. E in Italia lo è ancora di più. «La possibilità di assumere quando si cresce e di tagliare quando si è in rosso - dice John Challenger, responsabile di un Job Centre di Chicago - è quello che ha reso l’economia Usa così forte. Altrove, invece, le società stanno più attente prima di assumere qualcuno proprio per le difficoltà di liberarsene quando le cose vanno male».
La libertà di licenziamento è un elemento alla base del gap tra le due economie. Secondo gli analisti, il margine delle società Usa nel 2005 sarà del 13,8% a fronte del 10,5% di quelle europee.
In Europa questa strada sembra però essere sempre meno impraticabile. In Francia il primo ministro Villepin ha proposto alle aziende con meno di 20 dipendenti un contratto per i neo-assunti con possibilità di recesso entro i primi due anni.
In Germania la strada è un po’ più complicata: il numero uno di Deutsche Bank Ackermann si è recentemente beccato gli strali del governo rosso-verde di Schröder per aver annunciato un taglio di 1.

920 posti in due anni.

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