Roma - Giulio Andreotti interviene sulla questione libica e spiega, in un editoriale sul mensile "30 giorni", che l’Italia è stata accusata a torto di essere stata "troppo indulgente nei confronti di Gheddafi". "L'Italia - ha scritto il senatore a vita - è stata molte volte accusata a torto di avere un atteggiamento troppo indulgente verso Gheddafi. Certamente Gheddafi ha idee e caratteristiche diverse da noi, ma non possiamo pretendere che tutto il mondo sia allineato ai nostri modelli. Noi - ha sottolineato Andreotti - abbiamo sempre voluto dare l'impressione ai libici, perché rispondeva al vero, che rispettavamo le loro caratteristiche particolari, anche quando emergeva il loro orgoglio contro l'epoca del colonialismo italiano. Allora i libici ci vedevano come avversari ma non come nemici e questa è forse la differenza con il momento attuale. La Libia è un Paese con il quale abbiamo avuto necessità di trovare linee di concordia, piuttosto che di accentuare divisioni. E anche oggi dobbiamo cercare con loro le cose su cui si può convergere, altrimenti rischiamo di pagarne le spese".
Il giudizio sugli Usa "Anche la reazione degli Stati Uniti a questa crisi - ha proseguito poi Andreotti - ha suscitato qualche critica, in quanto gli Usa sono lontani dal Mediterraneo: ed è vero che quando si vede un problema da lontano a volte è difficile comprenderlo in tutte le sue sfaccettature, ma sotto un altro aspetto vedere le cose da lontano ti dà la possibilità di vedere ciò che è essenziale senza perderti negli aspetti superficiali. Quindi prima di dire che gli americani sbagliano su questo tema io ci penserei due volte".
Scontro tra le compagnie petrolifere "Anni fa - ha concluso il senatore a vita - dissi che sul problema
libico influiva uno scontro interno alle compagnie petrolifere americane; non che io abbia mai avuto le prove matematiche, ma un sospetto che sia un elemento che influisce ancora sulla situazione è più che legittimo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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