Un libro per chi ha sete. Di sapere e di sognare. Ogni pagina per sentire il desiderio di bere ancora e ancora, senza abbandonarlo fino all'ultima riga. Tutto pensavamo quando Claudio Gregori, trentino, terzino di serie C, matematico, cuore immenso, giornalista della Gazzetta dello Sport dopo il tirocinio al Messaggero e il passaggio dal Giornale, ci ha mandato questo libro su Livio Berruti, ma non di poterci felicemente ubriacare seguendo la storia di un campione assoluto dello sport italiano e mondiale, perché quando il nostro autore accompagna il vincitore dei 200 metri alle Olimpiadi di Roma 1960 nella sala di rianimazione dove è stato trasportato dopo l'incidente d'auto del 25 maggio 1982 sulla Milano-Torino, ci consente di camminare con lui nella storia grande dello sport. Non soltanto quella dell' atletica, di scoprire poesia, colori, mondi che meriterebbero altri capitoli. Ci manca questo nel libro Livio Berruti - Il romanzo di un campione e del suo tempo scritto per i tipi di Vallardi, ci mancano gli altri capitoli che Gregori avrebbe potuto scrivere sui personaggi incontrati in quella stanza d'ospedale, nei sei anni di lavoro seguendo questo chimico con i muscoli di seta.
Sono ricordi e voli d'angelo. L'Arena di Milano che parla al fenomeno capace di seguire il volo dei colombi sulla curva dell'Olimpico per una medaglia d'oro che è nella nostra storia, gli racconta dei primatisti mondiali passati su quella pista, da Consolini a Fiasconaro.
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