Politica

Libri di culto, don Giussani batte il Papa

Tra gli autori prediletti dai partecipanti al Meeting ci sono anche Cervantes con «Don Chisciotte», Socci, la Fallaci e Magdi Allam

Fabrizio de Feo

nostro inviato a Rimini

È una grande sala con vista panoramica sull’identità di Comunione e Liberazione, la libreria del Meeting di Rimini. Una vetrina sui gusti e le tendenze intellettuali di un popolo che si ritrova ogni anno per la grande scorpacciata teologica, filosofica e ludica di fine agosto e in questi locali trova il modo di staccarsi per un momento dalla giostra intellettuale della kermesse riminese e rilassarsi di fronte a uno sconfinato orizzonte letterario, cercando i titoli più affini ai propri sentimenti.
È proprio dai sentimenti che bisogna partire per orientarsi nel «bacino letterario» del Meeting. Da quel sentimento dominante che è l’amore per il fondatore scomparso quest’anno. Sì, perché è proprio Don Giussani, fiaccola più che mai viva nell’immaginario del movimento, a dominare le vendite del primo giorno. Non che la presenza del «Gius» in vetta alla hit parade del Meeting sia una novità. Ma quest’anno c’è una prevedibile impennata, un’ondata di interesse che si infrange soprattutto su «Il Rischio educativo», saggio del ’77 ripubblicato da Rizzoli, in cui il sacerdote milanese, facendo tesoro della sua esperienza di insegnante prima al liceo Berchet e poi all’Università Cattolica, espone l’impianto della sua proposta educativa che punta a liberare i giovani, metterli nelle condizioni di valutare criticamente ogni aspetto della realtà ma anche di condurli a Dio partendo dal presupposto che «non c’è niente di più bello che il vero. E niente di più vero che il bello». Se «Il rischio» è al top delle vendite, tira molto anche «La libertà di Dio», il volume che pubblica l’intervento di Don Giussani al Meeting del 1983 durante uno storico confronto con il teologo ortodosso, Olivier Clément.
La passione travolgente per il «maestro di libertà» meneghino è, dunque, ancora vincente, come conferma Nadia Zangheri, da 26 anni responsabile della libreria del Meeting con il suo plotone di ottanta volontari. Ma c’è un altro grande protagonista delle vendite: Joseph Ratzinger. Benedetto XVI è da sempre un amico di Cielle - fu lui a tenere come prefetto della Congregazione della Fede, l’omelia al funerale di Don Giussani - e qui è percepito dai ragazzi, semplicemente, come «uno di noi».
I ciellini scorrono le note di copertina della sterminata pubblicistica di Ratzinger scegliendo soprattutto i suoi libri più «identitari». Su tutti «L’Europa di Benedetto nella crisi delle culture» e «Senza radici», il libro scritto di concerto con Marcello Pera. A dimostrazione che la fede, al Meeting, non è certo in ritirata ottime indicazioni di vendita arrivano anche per «Il nuovo compendio del catechismo della Chiesa cattolica», libro-sintesi della fede cattolica, voluto da Giovanni Paolo II, realizzato da Benedetto XVI e presentato come un dialogo tra maestro e discepolo. Altro best-seller è il «Don Chisciotte», il libro simbolo del Meeting di quest’anno visto che proprio dal capolavoro di Cervantes è tratto lo slogan dell’edizione 2005. Un classico - proposto in una edizione speciale curata da Carmen Giussani - piantato nella coscienza occidentale. Ma anche un’epopea, quella del «cavaliere dell’ideale», intrisa di religiosità, inquietudine e desiderio di libertà, «il bene più grande che i cieli abbiano donato agli uomini».
Se Don Giussani, Ratzinger e Cervantes si attestano ai primi tre posti, subito dietro si trovano una serie di volumi che toccano temi cari al popolo ciellino. Si va dalla trilogia di Oriana Fallaci al «Mistero Medjugorje» di Antonio Socci. Bene anche «Il libro del Meeting» di Emma Neri; «La cura che viene da dentro. La grande promessa delle cellule staminali» del genetista Angelo Vescovi oltre a «Vincere la paura» di Magdi Allam.

Una serie di tessere tutt’altro che casuali che completano il mosaico culturale e l’orgoglio identitario di Cielle.

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