da Milano
Vabbè lasciamo perdere gli psicoterapeuti e tutte quelle robe lì. Per analizzare e possibilmente guarire «i mali del cuore attraverso lascolto omeopatico delle cinquanta canzoni più deprimenti del pop italiano» basta un libro appena edito da Kowalski e scritto dai giornalisti Paola Maraone e Paolo Madeddu. Da una lacrima sul viso è un viaggio ragionato (e molto divertente) nella nostra canzone dautore con un percorso del tutto imprevisto. Ad esempio avete mai pensato ai Giardini di marzo di Lucio Battisti come un «grande ottovolante dellangoscia o avete mai ascoltato Marinella di De Andrè come se «per tutta la canzone stiamo seguendo un carro funebre»? Ecco, questa è la chiave. Esperti di musica, ed evidentemente di vicende di cuore (anche se Paola Maraone è felicemente sposata e da poco mamma), i due giornalisti strapazzano un po gli autori - ad esempio Fragile della Mannoia provoca «un brivido di piacere a Edgar Allan Poe» - ma li presentano anche in unottica irresistibile, capace di ripercorrere più o meno cinque decenni di musica italiana senza lasciarsi scappare proprio nulla (cè anche Enzo Jannacci con Vincenzina e la fabbrica) e fornendo di ogni brano la descrizione, la diagnosi e la terapia. Esempio: «Chi ascolta con soddisfazione Il carrozzone di Renato Zero è fortemente indiziato di nutrire una marcata paura della morte».
In un libro le canzoni più deprimenti
Una guida alternativa ai brani più belli del Dopoguerra
Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.