In un libro la ricetta per costruire le grandi opere: «Non aspettiamo Roma, rimbocchiamoci le maniche»

Mettere l’uomo al centro, questo il senso ultimo della vita di Raffaele Cattaneo, assessore alle Infrastrutture e Mobilità della Regione Lombardia, e la filosofia ispiratrice della sua politica. Che si tratti delle assemblee universitarie o del trasporto ferroviario locale, di infrastrutture o della volontà di cambiare il mondo, il principio di sussidiarietà rimane la stella che guida il suo operato. «La forza del cambiamento» per Cattaneo sta tutta lì e nei risultati che gli ha permesso di raggiungere. Ieri l’assessore ha vestito i panni dello scrittore e ha presentato il suo libro, scritto con Fabio Cavallari, La forza del cambiamento. Un storia personale, un esempio di sussidiarietà nelle infrastrutture per Guerini editore. In duecentosette pagine, racchiuse dalla prefazione di Piero Bassetti, primo presidente della Regione e la postfazione dell’attuale governatore, Roberto Formigoni, che si candida al suo quarto mandato, «suoi maestri di vita e di politica» si snoda la vita, privata e pubblica di Cattaneo. L’assessore correrà per le regionali nel collegio che gli ha dato i natali, Varese, per la prima volta: «Certo, c’era il rischio di fare un libro elettorale - ammette - tanto che in molti mi avevano sconsigliato di farlo. Ma mi interessava che emergesse la forza del metodo lombardo più che il personalismo». Un metodo fondato sulla sussidiarietà. «Il libro racconta bene - il commento di Formigoni - come la sussidiarietà non sia un vincolo, ma un’opportunità. E la dimostrazione è la realizzazione della Pedemontana, di cui il 6 febbraio verrà posata la prima pietra. Grazie al coinvolgimento di tutti i soggetti, sindaci, presidenti delle province, l’ente parco, imprese costruttrici, cittadini, mesi e mesi di incontri siamo riusciti a passare dal 95% di opposizione al progetto alla quasi totalità di pareri favorevoli».
Ecco allora che la forza del cambiamento sta tutta qui: nella «rivoluzione copernicana - come la definisce l’autore - della concezione statalista del potere»: «Compito della stato diventa sostenere la società nella propria autonoma capacità di risposta valorizzando le iniziative che nascono dal basso, il protagonismo sociale delle persone, delle famiglie, delle associazioni».


Tra Pedemontana e Brebemi si intravedono scorci di vita privata, ma «la politica - spiega Cattaneo - è sempre un’esperienza che si racconta e quando si racconta un’esperienza c’è un uomo, che è tutto, con la sua vita privata e pubblica».

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