Per il libro di scuola il Natale è soltanto la festa del pudding

Caro direttore ,
ho letto l'articolo sulla trovata degli asili a Ravenna di non fare in presepe per non urtare la sensibilità degli islamici e della reazione di un esponente della Comunità islamica che si meraviglia del fatto che il presepe non venga fatto. Siamo arrivati veramente all'assurdo che la comunità islamica, a ragione, ci debba incoraggiare a far vivere le tradizioni (cristiane... ). Questi responsabili o queste responsabili degli asili di Ravenna vengano negli asili cattolici in Germania, che sono frequentati anche da bambini di religione musulmana,per fare uno stage: non è negando le nostre tradizioni che si rispettano le altre religioni. Le altre religioni vedendo che noi non rispettiamo la nostra religione e le nostre tradizioni, non avranno loro il rispetto dovuto nei nostri confronti....

E invece sembra proprio così: non rispettiamo le nostre tradizioni. La religione? Roba da vergognarsi. Il presepe? Da nascondere. Gesù Bambino? Sostituito da Cappuccetto Rosso (chi nasce a Natale? Cappuccetto Rosso...) oppure dal Mago dei Doni. Pensi che a Torino in una scuola hanno pensato bene di trasformare il Natale nella Festa della Luce e a Viareggio hanno sostituito «Tu scendi dalle stelle» con «Stella» di Antonello Venditti. È lo stesso, no? Lei coglie nel segno. La novità della vicenda di Ravenna, come ha messo in evidenza Michele Brambilla sul Giornale, non è tanto nel fatto che i presepi scompaiono dagli asili della città, quanto nel fatto che i medesimi islamici si chiedono e ci chiedono: «Perché li fate scomparire?». Oddio, già il fatto che negli asili non si mettano più la capanna, il bue e l’asinello è deleterio: così il presepe rischia di svanire del tutto, considerando il fatto che nelle case ormai è una tradizione in via di estinzione (non c’è spazio, non c’è tempo...) e nelle chiese ci sono preti che preferiscono mettere la stella cometa su un minareto (come a Genova). Ma che noi facciamo ciò in nome dell’islam senza che l’islam nemmeno ce lo chieda, è più di un fatto deleterio. È un suicidio.
Ho fatto una piccola ricerca. Ho scoperto che era già successo qualcosa di simile l’anno scorso, a Desio. La scuola voleva partecipare al concorso dei presepi del Comune. E per farlo pensò bene di chiedere il permesso alla comunità musulmana. Ora, perché ci debba essere il permesso dei musulmani per partecipare al concorso dei presepi del Comune Dio solo lo sa. Ma tant’è: i musulmani anche in quell’occasione diedero il loro assenso senza soverchi problemi. Chissà che avranno pensato di noi. In effetti lei ha ragione, caro Luciano, quando dice che siamo noi che non rispettiamo noi stessi e le nostre degli islamici, ma la debolezza nostra. Non il loro attacco, ma la nostra resa. Nei giorni scorsi mi è capitato in mano un testo scolastico per le elementari. Dedica sei pagine al Natale relegando, però, il motivo della festa in una noticina al fondo della pagina. È il «giorno della nascita di Gesù», scrive. Nient’altro. Il manuale dedica molto spazio a tutto il resto: si parla degli usi e dei costumi con cui si fa festa nel pianeta, dai biscotti allo zenzero al pudding passando per le tradizioni gastronomiche di tutto il mondo. Nemmeno una riga per raccontare quel misterioso personaggio cui è dedicata la festa.

Vi pare? Quelle pagine del libro erano piene di dolci, ma vi devo dire la verità: a me sono sembrate proprio amare.

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