Il Libro verde di Tps fa arrossire l’Unione

Padoa-Schioppa spende 1,2 milioni di euro per presentare il conto alla maggioranza: "Dagli statali alla Sanità, ci sono spazi per ridurre la spesa". Il 67% delle toghe ha uno stipendio superiore alle funzioni

Il Libro verde di Tps  
fa arrossire l’Unione

Roma - La Commissione tecnica per la finanza pubblica, che ha messo a punto il Libro Verde presentato da Tommaso Padoa-Schioppa, costa un milione e 200mila euro all’anno. Lo stabiliscono il comma 474 e seguenti della legge finanziaria di quest’anno. Per il ministro dell’Economia il documento elaborato dalla Commissione consente di colmare un gap di conoscenza delle diverse dinamiche della spesa. «Conoscere per deliberare, come diceva Einaudi», ricorda Padoa-Schioppa. «In questa sede conosciamo, non deliberiamo».
Infatti, il Libro Verde non dà alcuna indicazione sui possibili risparmi di spesa che faranno parte della prossima finanziaria. Ma mette in luce - come esserva il ministro - come «esistano spazi oggettivi per una riqualificazione della spesa pubblica». Affetta - a suo dire - da un male antico: «Molte delibere e poche conoscenze». E aggiunge: «Sarebbe sufficiente che in ogni campo della spesa si raggiungessero i livelli toccati dai migliori del Paese che i risparmi sarebbero altissimi». Un esempio su tutti: la Lombardia. «Se tutte le Regioni avessero un rapporto tra funzionari ministeriali e popolazione che si registra in Lombardia, vi potrebbe essere una riduzione o riallocazione di quasi 60mila funzionari». La storia del debito pubblico italiano sta lì a dimostrare che fra la teoria e la pratica il solco è profondo.
Non rappresenta certo una novità il dato che la spesa previdenziale italiana sia la più alta dell’area euro: il 14,7% del Pil (rivisto al 13,8% per una previsione del valore della crescita), a fronte di una media del 12,7%. Eppure, questo governo ha eliminato una riforma previdenziale che consentiva la riduzione del costo previdenziale. E non c’era bisogno di una Commissione tecnica per rendersi conto delle performance del settore pubblico. Quelle italiane sono le più basse d’Europa. Nel complesso, la qualità complessiva della spesa pubblica italiana. «È la peggiore - scrive il rapporto - insieme a quella della Grecia».
Sono diversi i capitoli di spesa nel mirino del Libro Verde: Giustizia, Sanità, Enti locali, Pubblico impiego.
Gli stipendi degli statali sono cresciuti del 30% in cinque anni: «Il 10% in più rispetto ai lavoratori dell’industria, il doppio rispetto all’inflazione». E questo mentre negli anni Novanta «le retribuzioni del pubblico impiego avevano conosciuto una dinamica inferiore rispetto a quella dell’industria». Non solo. L’andamento salariale del settore pubblico «sembra indipendente rispetto all’andamento della produttività, fattore ben presente invece nel caso del settore privato». Ne consegue - scrive il Libro - che «appare cruciale che il rinnovo dei contratti sia incentrato a favorire di una maggiore produttività e mobilità («l’80% non cambia mai posto di lavoro»). Anche se il documento riconosce che «è probabile che l’intero sistema di contrattazione debba essere ripensato».
Dagli anni Novanta a oggi la «spesa per la Giustizia è aumentata del 140%, e i magistrati in servizio sono cresciuti di circa il 15%», scrive il Libro Verde. Ma non è finita. «Il 67% dei magistrati (giudicanti) ha un ruolo, e corrispondente retribuzione, superiore alle funzioni svolte». Percentuale che scende al 52% nel mezzogiorno e sale al 74% nell’Italia centrale. A Campobasso, per esempio c’è il picco di rapporto fra cancellieri e funzionari amministrativi con i magistrati: il 221%. Nella Giustizia - conclude il Libro Verde - esistono «economie di scala non sfruttate».
Nell’Università, invece, c’è una «composizione del corpo docente inadeguata: troppi professori ordinari e associati e pochi ricercatori». Il settore risente «della discontinuità dinamica dei finanzaimenti pubblici».
La spesa sanitaria «regge in confronto internazionale.

Ma esistono ampi spazi di miglioramento, in due direzioni: aumentando la prevenzione e la medicina territoriale a scapito dei ricoveri che pesano per il 48% della spessa totale».
E sugli enti locali il Libro Verde lancia la proposta: associare i piccoli comuni. Costano troppo. Come un’eventuale riforma elettorale.

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