Lhanno chiamata la «Grande Serrata», ma la crisi o gli scioperi non centrano. La legalità nel commercio invece sì. Perché con il blitz messo a segno dalla Guardia di Finanza di Padova in 18 regioni italiane è stata fatta piazza pulita di un bel po esercizi pirata fra bar, ristoranti, negozi di parrucchiere ed estetisti. Enorme il numero dei denunciati: 1.600, perché la truffa dei falsi attestati per il commercio si era estesa in 552 Comuni, 216 solo in Veneto. Le attività illegali che hanno dovuto abbassare le serrande sono 207, ma altri 2.000 esercizi commerciali sono sotto la lente delle Fiamme gialle. Gli esercenti che avevano iniziato lattività (o stavano per avviarla) sono per il 90% stranieri. Non avevano nè titoli nè certificati per farlo; invece servivano pasti, bevande, caffè senza aver mai frequentato i corsi professionali necessari (120 ore), nè aver ottenuto legalmente i Rec (gli atti del Registro esercenti il commercio). Gli atti e gli attestati li avevano, ma falsi, pagati fino a 1.800 euro a pratica.
A canalizzare il flusso di aspiranti baristi, ristoratori, parrucchieri verso le centrali dei falsi Rec erano cinque studi di commercialisti veneti e numerosi «caporali» asiatici, incaricati di raccogliere le adesioni allillecito commercio di attestati e cercare nuovi clienti. I reati ipotizzati vanno dal favoreggiamento allimmigrazione clandestina (il Rec apre la strada al permesso di soggiorno) alla frode fiscale, dal falso in atto pubblico alla truffa ai Comuni. Un colpo alla illegalità commerciale, e quindi anche alla concorrenza sleale fatta ai commercianti onesti che rispettano le regole. «Stiamo approfondendo possibili ipotesi di riciclaggio - ha spiegato il comandante della Gdf di Padova, il colonnello Ivano Maccani -.
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