Roma

Licenze edilizie «facili» ad Ardea

Tra i cinque arrestati anche un ex assessore e un geometra

Associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e falso in atto pubblico. «Mani pulite» ad Ardea, piccolo Comune costiero dove finiscono in manette 5 persone e restano indagate altre nove. Sequestrati 56 villini realizzati ad Ardea e Lido dei Pini costruiti con licenze edilizie fasulle. Atti falsificati ad arte tranne uno, quello relativo all’abitazione dei due imprenditori arrestati, i cugini Gregorio e Roberto Di Vicino.
Ai domiciliari il comandante dei vigili urbani di Anzio, Samuele Carannante, ex capo di polizia giudiziaria in forza alla Procura di Velletri. In carcere, oltre ai due imprenditori, un dipendente dell’amministrazione comunale, il geometra Mauro Rossi responsabile delle pratiche, e l’ex assessore Alberto Picca, anche lui geometra. Elementi chiave dell’accusa i terreni via via acquisiti su cui l’impresa immobiliare indagata avrebbe costruito lotti di abitazione senza una sola concessione regolare. Un’operazione che gli stessi uomini della Guardia di Finanza chiamano «Zeta», terminale del sistema di corruzione basato sulla falsificazione di atti. Non solo. «Durante le 19 perquisizioni - spiega il maggiore Antonio Aiello, comandante della compagnia delle fiamme gialle di Pomezia - nella borsetta della segretaria di un imprenditore abbiamo recuperato bollettini per i versamenti comunali in bianco ma con il timbro delle Poste, fasullo, già stampato. Li falsificavano per non pagare i diritti, gli oneri concessori. Come ci siamo arrivati? Durante l’indagine della commissione voluta dall’ex prefetto Serra per stabilire eventuali infiltrazioni mafiose ad Ardea ci siamo imbattuti in una concessione rilasciata dall’ufficio tecnico di Ardea per due lotti anziché uno. Coordinati dal sostituto procuratore della Repubblica di Velletri Antonio Travaglini, abbiamo sequestrato altre licenze della società immobiliare e scoperto irregolarità macroscopiche. Su 10, 9 sono fasulle».
Scattano così le intercettazioni telefoniche e ambientali. Oltre ai timbri stampati ad arte sui conti correnti, trovati falsi versamenti per oltre 200mila euro, la falsa firma del dirigente dell’ufficio tecnico e le false indicazioni della destinazione urbanistica dei lotti. Nei pc e nelle agende degli imprenditori il «brogliaccio» con i pagamenti delle tangenti. Come i sessantamila euro versati, in varie tranche, a un fantomatico Vasco, nome di battaglia del geometra Rossi per istruire le pratiche edilizie irregolari presentate all’ufficio tecnico o i tremila euro versati al dirigente della polizia municipale anziate. Somma, questa, «devoluta» non a caso il giorno dopo il controllo della documentazione.
«Ad Anzio il compito di sveltire le pratiche - continua il maggiore Aiello - dove risultano indagati alcuni dirigenti comunali. Qui, a differenza di Ardea, le carte delle concessioni erano inoltrate con i nomi dei vecchi proprietari senza che questi ne fossero a conoscenza. Insomma false anche queste». Fra i villini sequestrati in via Trento, in via Merano e in via Livorno alcuni già venduti e occupati dagli ignari acquirenti.


Secondo l’ordinanza di cattura «consiglieri e funzionari del comune di Ardea avrebbero sistematicamente strumentalizzato per interessi e logiche personali le loro funzioni per le cariche pubbliche attuando una personale gestione del potere per finalità estranee alla corretta amministrazione della res publica».

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