Licenze taxi «facili»: la Procura sequestra novanta fascicoli

Marzio Fianese

La Procura di Roma ha disposto il sequestro di novanta fascicoli riguardanti l’iscrizione a ruolo di altrettanti tassisti e autonoleggiatori presso la Camera di Commercio di Roma. L’indagine, condotta dal pm Carlo Lasperanza al momento è contro ignoti e il reato ipotizzato è quello di abuso d’ufficio per omesso controllo circa la sussistenza dei requisiti necessari all’iscrizione al ruolo taxi e i 90 fascicoli sequestrati riguardano altrettanti titolari di licenza. Il provvedimento del pm rientra nell’inchiesta che il magistrato sta conducendo per le licenze cosiddette «facili». Il decreto di sequestro è stato notificato lunedì sera. «Abbiamo messo a disposizione del pm Lasperanza la documentazione relativa a una revisione che avevamo già avviato nel novembre 2005, per controllare la permanenza dei requisiti degli oltre diciottomila iscritti al ruolo tassisti e conducenti. La revisione - ha detto il segretario generale della Camera di commercio, Fabrizio Autieri - è stata avviata autonomamente in assenza di un obbligo specifico di legge e si concluderà, come programmato, nel novembre 2007». Autieri ha spiegato anche che «la revisione biennale comporta l’accertamento dei requisiti morali tramite il casellario giudiziale rilasciato dalla Procura della Repubblica, la validità della patente di guida, il codice di abilitazione professionale e la residenza per la competenza territoriale dell’iscrizione». La Camera di Commercio ha acquisito, nel corso del 2006, dalla Procura di Roma circa novemila casellari giudiziali tra cui 96 contenenti reati sui quali è in corso la valutazione per verificare la presenza di cause «ostative» all’iscrizione nel Ruolo. «L’ufficio competente - ha aggiunto Autieri - attualmente è impegnato nella fase finale di questa revisione, relativo all’anno 2006, che prevede l’avvio del procedimento di cancellazione nei confronti di coloro che non sono più in possesso dei necessari requisiti».
«Destano scalpore e profonda preoccupazione le notizie di stampa relative ai tassisti violenti. È inaccettabile che una donna debba entrare in un taxi con il timore di essere violentata». Lo afferma, in una nota, la vice presidente della Commissione affari sociali della Camera Dorina Bianchi (dl) commentando il fatto che la Camera di commercio di Roma, nel rivedere il ruolo dei conducenti taxi, ha rilevato che molti di loro hanno subito condanne ostative ai fini dell’iscrizione nel ruolo di conducente. «È inammissibile - prosegue - che in circolazione ci siano 700 tassisti, alcuni dei quali già condannati in Cassazione, con precedenti penali di vario genere, come quello per violenza sessuale. Ed è altrettanto sconcertante che un reato come quello dello stupro non determini l’incompatibilità con la professione di tassista. È necessario avere dei regolamenti più chiari, severi e rigorosi, che siano esterni o interni alla categoria, al fine di tutelare gli utenti e le donne in particolare che, una volta salite sul taxi, oltre a pagare le corse, non possono e non devono assolutamente essere assalite - conclude Bianchi - dalla paura di subire violenza».

In particolare, dopo l’aggressione subita da Psquale Leonardo, conducente di auto a noleggio, da parte di un tassista pregiudicato, interviene il presidente della Cna taxi, Maura Tirillò: «È assurdo dire che può accadere che atti di violenza vengano perpetrati in difesa del proprio lavoro. Non è accettabile. Invito tutti i colleghi a mantenere la calma e a cercare il dialogo per ristabilire le regole e invito le istituzioni a cercare soluzione definitiva».

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