«La sua fame di leggere era intensa quanto può conoscerla qualunque essere umano di dieci anni». Markus Zusak, giovane autore australiano con La Bambina che salvava i libri (Frassinelli, pagg. 576, euro 18) racconta una storia ambientata nella Germania nazista. La protagonista è Liesel, di nove anni cui la vita ha già sottratto tutto: il padre comunista è stato portato via dai nazisti, la madre disperata si mette in viaggio per consegnare i suoi due figli ad una famiglia adottiva. Per la bambina inizia una nuova vita con una nuova famiglia nella cittadina di Molching, a un passo da Dachau. Liesel e gli altri ragazzi vestono le divise della gioventù hitleriana, mentre in maniera curiosa e accidentale il Mein Kampf diventa uno dei primi libri importanti nella vita della bambina. Il libro di Hitler dapprima curiosamente aiuta a salvarsi un giovane ebreo, nascosto dai genitori adottivi di Liesel in cantina; poi con le pagine ridipinte di bianco diventa la base per una favola tutta nuova, e il collante dellamicizia fra il rifugiato e la bambina. Lo scrittore ritrae con particolare efficacia la vita quotidiana grama e il clima stravolto del periodo.
Zusak ha dichiarato di aver scritto il libro sullonda della suggestione dei racconti dei genitori di origine tedesca: il bombardamento di Monaco, la scena del ragazzo tedesco che offre pane a un ebreo anziano in marcia verso il Lager e del soldato che li picchia entrambi, gli hanno occupato a lungo la memoria.Liesel, la bambina che aveva letto il «Mein Kampf»
Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.