Life coach, allenatore d’anima Consulente che insegna a vivere

Si chiama "life coach", è un po’ psicologo e un po’ motivatore, risolve un sacco di problemi: da come evitare amori sbagliati a come vincere la fobia per il dentista. In Italia sono 800, ma sono destinati ad aumentare. Come i guai...

Life coach, allenatore d’anima 
Consulente che insegna a vivere

Un tempo c'era il Cynar contro il logorio della vita moderna, quel liquore color pece che ci allenava alle avversità delle umane sorti col suo gusto dolce-amaro ammiccandoci da una bottiglia dall'etichetta rossa in mezzo alla quale troneggiava un carciofo. Oggi c'è il «life coach». Versione «ginnica» dello psicanalista, scaldamuscoli per l'esistenza, motivatore emotivo a bordo ring. Dalla fobia per il dentista alla scarsa autostima, dal vizio di farsi mollare dai partner all'incapacità di trovare lavoro, è in grado di far «auto guarire» chiunque da qualsiasi cosa. Basta essere motivati ed essere disposti ad ammettere che, con certe faccende, la sfortuna non c'entra proprio nulla: la magagna è tutta nostra.

Nata in America circa cinquant'anni fa, la figura del «life coach» sta timidamente prendendo piede anche in Italia se ne contano all'incirca ottocento ma la stima è approssimativa perché non esiste un albo che li riunisca. Operano per passaparola e si avvalgono di internet per farsi conoscere, alcuni seguono delle scuole, altri sono autodidatta. Uno di loro, Giovanni Cozza, sta cercando di organizzare se stesso e i suoi colleghi in un'associazione (la Miglioramenti.it) ma il compito si è rivelato piuttosto arduo perché si tratta di una professione ancora poco conosciuta che fatica a prendere piede. «Tra i clienti - spiega Cozza - c'è di tutto. Dalla massaia al dirigente. La durata della "terapia" varia a seconda delle problematiche: per certe fobie è sufficiente una seduta di un'ora e mezza, per altre è richiesto un intervento di sei incontri della stessa durata. Un conto è aiutare chi ha paura di volare, diverso è intervenire su chi cerca sempre uomini sbagliati». Se l'analisi psicanalitica è lunga, di imbarazzante ammissione (prova tu a confessare «sì, sai, vado dallo strizza», diventi l'unico colpevole inadeguato al mondo anche se in realtà in cento ne avrebbero più bisogno di te) ed è per giunta dispendiosa, il «life coach» è invece una specie di lampo di laser che interviene in breve tempo e «al bisogno»: a lui non frega nulla di andare a indagare e a scandagliare le cause, basta parare l'effetto e mettere i «pazienti» in grado di scavallare il problema. A lui basta renderli adatti a vivere in breve tempo. Il costo delle sedute varia a seconda «dell'allenatore», quelli alle prime armi chiedono meno, quelli con qualche successo alle spalle, di più. La forbice è davvero ampia, ci spiega Cozza.
In linea di massima (molta massima) una «seduta» di un'ora e mezza può andare «dai cento ai millecinquecento euro, con una media, quindi, di quattrocentocinquanta-cinquecento euro».

Come facciano i «life coach» a rendere abili all'esistenza i propri assistiti lo si può apprendere solo per grandi linee. Spiega sempre Cozza: «Descrivere pedissequamente cosa diciamo durante un incontro sarebbe un po' come svelare il trucco del mago, senza contare che certe banalizzazioni sarebbero a rischio di goffe emulazioni. Possiamo dire che le nostre, con i "pazienti", sono chiacchierate che si svolgono uno di fronte all'altro, procedono per visualizzazioni, per immagini. Stimoliamo certi esercizi mentali che invitano il cervello ad andare in altre direzioni rispetto alle solite. Le esigenze sono le più svariate: dimagrire, ingrassare, smettere di fumare, prendere la patente... Tutte cose davanti alle quali il soggetto erige un apparentemente incomprensibile blocco. Ma anche altro. In cura da me, per esempio, è arrivata una ragazza che da oltre un anno aveva perso il ciclo mestruale, a causa di un cattivo rapporto con i genitori. Abbiamo fatto una seduta e dopo quattro giorni ha recuperato il ciclo. Oppure un altro che aveva sviluppato un trauma nei confronti del dentista. Era talmente a disagio che l'anestesia, su di lui, non funzionava più».

«Sono una persona razionale. Ho quarantacinque anni, faccio il tecnico elettronico e sono molto poco suggestionabile - racconta il diretto interessato, Paolo Vittori - Però, nel corso di un lavoro odontoiatrico al quale ho dovuto sottopormi, mi si è scatenata una vera nevrosi. É stato quando il dentista ha iniziato a usare il bisturi. Non c'è più stato verso di proseguire. É stato lui a consigliarmi l'intervento del life coach, di Cozza. E devo dire che dopo una seduta, tutto si è sistemato. Mi ha invitato a concentrarmi su altro, a ridicolizzare la situazione e poi non so... Fatto sta che ha funzionato».

Sono moltissimi anche gli sportivi che si rivolgono al life coach per migliorare le prestazioni in campo. E ormai, su questa figura si organizzano anche convegni. Come il prossimo, fissato per il 23 agosto a Bobbio, in provincia di Piacenza. Perché ormai anche i malesseri vanno di fretta.

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