Cronache

Ecco perché a Roma non è un Natale qualsiasi

Nell'anno del Giubileo la presenza di due papi, di due commissari, la minaccia dell'Isis e l'ombra di Vatileaks che incombe su San Pietro rendono questo Natale molto speciale

Ecco perché a Roma non è un Natale qualsiasi

Due Papi, due commissari e un Giubileo. In un clima di instabilità per il Comune e per il Vaticano, investito dal caso Vatileaks 2, Roma festeggia il Natale con la minaccia incombente di un attacco terroristico da parte dell’Isis.Una minaccia che ha spaventato per primi i turisti che, dopo gli attentati di Parigi, hanno disdetto il loro arrivo nella Capitale per partecipare l’8 dicembre, giorno dell’Immacolata, alla cerimonia d’apertura della Porta Santa celebrata da Papa Francesco.

Solo 50 mila fedeli erano presenti in piazza San Pietro e nei giorni successivi gli arrivi non sono incrementati come si sperava. "Fino al 13 novembre le cose andavano discretamente bene, da allora in poi però c'è stata un'inversione di tendenza con parecchie cancellazioni ma soprattutto la mancanza di nuove prenotazioni. Il saldo del mese dunque non è sicuramente positivo" ha spiegato Giuseppe Roscioli, presidente di Federalberghi Roma. Secondo l’associazione di categoria c’è stata una brusca inversione di tendenza con un calo del 6% di presenze che aumenta fino a -20% se si considerano soltanto i giorni del ponte dell’Immacolata. Un calo inevitabile sebbene il ministro dell’Interno Angelino Alfano abbia più volte precisato che Roma, nell’anno giubilare, sarà ampiamente presidiata con un aumento dei presidi fissi ma non verrà militarizzata. "Ci sono 24 mila unità tra Roma e provincia: - ha spiegato il ministro - 24mila persone in divisa presidiano la città e la periferia. Abbiamo deciso di utilizzare 1.000 uomini nelle forze armate; 700 sono già in arrivo, altri 300 arriveranno successivamente. Questi vanno ad aggiungersi ai 1226 militari già in dotazione alla città per Strade sicure". I coraggiosi che hanno deciso di partire nonostante tutto, però, sono ottimisti, come spiega una turista dello Zimbawe: “Noi cristiani non abbiamo paura perché crediamo che Dio proteggerà la festività. Qualora dovesse succedere qualcosa poco importa perché tanto torneremo tutti dal padre”. Ma ancora più significativa è la testimonianza di una francese che, sfidando la paura, è venuta a San Pietro per pregare anche per i musulmani a cui domanda: “perché quelli che non sono terroristi non fanno nulla contro il terrorismo come fa la Francia e l’Italia?”. Tra i turisti italiani, invece, prevale il fatalismo: “Vengo da un’esperienza all’estero fatta a Londra. Se qualcosa di brutto deve capitare, capita in qualsiasi posto”, spiega un ragazzo di Verbania.

Il Natale a Roma non si esaurisce a San Pietro ma il Giubileo ha influito non poco sulle vicende amministrative capitoline. Nonostante lo scetticismo di molti e la contrarietà di alcuni che hanno persino costituito un movimento No Giubileo, l’Anno Santo è iniziato. “Roma non è pronta” è la loro tesi che, a giudicare dalle apparenze, non sarebbe neanche tanto campata per aria. La raccolta dei rifiuti da parte della municipalizzata Ama è stata intensificata solo nei giorni dei grandi eventi e solo in prossimità delle basiliche ma nei vari quartieri, anche limitrofi a San Pietro, permane un vero e proprio schifo. La città è ancora ostaggio dei vari cantieri aperti proprio in occasione dell’Anno Santo ma il commissario Francesco Paolo Tronca ha assicurato che entro fine gennaio saranno tutti chiusi. Intanto imperversa la polemica per come vengono fatti i lavori e su Change.org è iniziata una petizione per chiedere all’Unesco, al presidente Matteo Renzi e al ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini “di intervenire immediatamente contro lo scempio che sta vandalizzando il Centro Storico della Capitale, via dei Fori Imperiali, la zona attorno al Vaticano, della Stazione Termini, via Nazionale, dove la pavimentazione storica è stata o sta per essere sostituita con colate di asfalto”. Pare, inoltre, quasi impossibile che i lavori si concludano entro gennaio perché il Campidoglio, su indicazione dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, ha dovuto fermare nella fase preliminare ben 13 dei 31 cantieri per presunte irregolarità tant’è vero che si sta pensando di sostituire le imprese vincitrici con le seconde o terze classificate.

In compenso questo Natale, senza Marino in Campidoglio, Roma si è risparmiata le luminarie color arcobaleno in via del Corso. Sta diventando di moda, invece, proiettare sui monumenti storici della Capitale immagini natalizie anche se Papa Bergoglio è stato fortemente criticato dai cattolici tradizionalisti per aver dato troppo spazio alle rappresentazioni della natura e degli animali. Sulla scalinata di Trinità dei Monti, invece, il 12 dicembre è partito “Natale in Giubilo - Luci della Natività nell’Arte”, un’iniziativa promossa da Confcommercio Roma e dalla sua Federazione Centro di Roma, che prevede la proiezioni di 24 capolavori pittorici di Roma dedicati al Natale. A piazza Navona, invece, il tradizionale mercatino della befana è stato al centro delle polemiche perché il commissario Tronca ha dovuto annullare il bando di assegnazione degli stand che anche quest’anno aveva visto i Tredicine, la famiglia monopolista delle bancarelle a Roma che ha un suo esponente coinvolto nell’inchiesta Mafia Capitale, vincere 24 posteggi su 55. Ora al suo posto nascerà un mini lunapark e molti stand saranno dedicati alle Onlus benefiche.

E così, tra gli strascichi di Mafia Capitale, un Giubileo inatteso e l’incessante paura dell’Isis, la Città Eterna avrà ospitato anche questo strano Natale.

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