Di uno ha il nome, dell'altro il cognome e per entrambi Ermanno Scervino non è tanto un marchio quanto un figlio che ha appena compiuto 25 anni. "Ci siamo conosciuti in piazza Repubblica a Firenze e all'inizio non ci trovavamo neppure simpatici" raccontano all'unisono Ermanno Daelli e Toni Scervino. Il primo è direttore creativo, il secondo amministratore unico del marchio fiorentino di moda nato un quarto di secolo fa attorno a un'idea nel suo piccolo geniale: mixare il sex appeal della sottoveste con il glamour sportivo di un grosso pullover in cashmere o di un piumino ricamato o pailettato ma sempre costruito con la geometrica perfezione dell'alta moda.
"L'antipatia non era tanto per me quanto per i miei amici che avevano una Ferrari su cui tutte le sue giovani amiche volevano fare un giro" sostiene Ermanno mentre Toni che all'epoca studiava Medicina all'università fa il punto della situazione. "Venivamo da mondi diversi e in qualche modo poco compatibili dice lui era già un personaggio della moda, frequentava persone e ambienti fashion mentre io avevo un'estrazione sociale e facevo una vita molto più semplice". In effetti il designer milanese che oggi tutti considerano fiorentino al 100%, aveva solo 7 anni quando ha cominciato a disegnare i primi modelli sui suoi quaderni di scuola.
Giovanissimo è scappato a Parigi e da lì a Roma dove ha cominciato a lavorare in quella gigantesca fucina di talenti che è sempre stato l'atelier Fendi. Muovere i primi passi nella moda con le mitiche sorelle e con un genio come Karl Lagerfeld non gl'impedisce di continuare a sognare un'immagine di donna che all'epoca non esisteva: sexy e giovane a qualsiasi età, romantica e molto sicura di sé.
"Ho subito capito che quella era l'idea giusta su cui puntare, mi è bastato parlare un po' con lui per sentirmi davanti a un bivio esistenziale" dichiara Toni. Anche per Ermanno quell'incontro in Piazza Repubblica è una specie di sliding door: ha dovuto uscire dalla compagine societaria del suo brand eponimo e nonostante collabori con i migliori uffici stile del mondo (uno per tutti? Valentino) ha voglia di una nuova avventura umana e professionale.
"Abbiamo venduto tutto quello che avevamo per poter fondare l'Ermanno Scervino che oggi ha un'azienda avveniristica con tanto di reparto couture, maglificio interno e 60 boutique monomarca nel mondo per non parlare dei migliori negozi italiani che comprano da noi fin dalla prima collezione" raccontano i due lanciando un'occhiata all'impagabile panorama che si gode dalle finestre dell'ufficio stile. Siamo a mezz'ora dal centro di Firenze, in un paesino chiamato Bagno a Ripoli da cui si vedono le stesse dolcissime colline dipinte da Leonardo alle spalle della Gioconda.
Mentre Ermanno studia con una sarta il sensazionale drappeggio in sbieco di un abito da sera marron glacé, Toni ci spiega che la magnifica ossessione del suo socio è la qualità. "All'inizio pensavo esagerasse dice - invece ha ragione: è uno dei nostri punti di forza. Per lui il prodotto deve essere perfetto e storicamente la perfezione produttiva è italiana. Così mentre tutti delocalizzavano le produzioni in paesi con un costo del lavoro inferiore al nostro, noi abbiamo comprato una sartoria, un ricamificio, la jeanseria e il miglior maglificio della zona". Facendo un giro dei reparti scopriamo che i 300 dipendenti (in prevalenza donne) sono nella maggior parte dei casi nati e cresciuti in famiglie toscane che da 2/3 generazioni fanno lo stesso mestiere.
Per esempio nel maglificio tutte le lavoranti mettono la spoletta del cashmere da filare in una scodella piena di riso crudo che assorbe in modo naturale l'umidità evitando tensioni, rotture e irregolarità nel manufatto. Nell'area couture dove ci sequestrano il telefonino per impedirci di spoilerare i nuovi modelli da gran sera, una signora di nome Gabriella Maiani piazza a occhio degli inserti Chantilly sul tulle evasione, un tessuto leggero e trasparente come l'ala di una libellula. Lo fa con una tale precisione che sembra di assistere a una lezione su Fibonacci sulla proporzione aurea. Di nuovo insieme Ermanno e Toni spiegano che da queste parti veniva in vacanza la Regina Vittoria. "Andava a Villa Palmieri, sotto Fiesole, a casa di una nostra amica. Arrivava in nave da Londra a Livorno portando con sé i migliori tappezzieri, sarti e ricamatori della corte.
Per tre mesi Firenze diventava la capitale di un impero e visto che la gente di qui ha una propensione innata all'artigianalità tutto questo ci è rimasto nel DNA".
Non resta che chiedere informazioni su due rumor che circolano nel mondo della moda: il ritorno in passerella dell'uomo di Ermanno Scervino e l'imminente nascita di un laboratorio di borse e pelletteria. Entrambi rispondono "No comment" che nel mondo della moda di solito significa sì.