(...) nel portare avanti lidea, nonostante il duro ostruzionismo del «partito del no» e lo sciacallaggio sullultimo incidente, dimostra che Claudio Scajola allo Sviluppo Economico è luomo giusto al posto giusto.
E non lo dico fideisticamente. Cè già in giro troppa gente che darebbe ragione a Scajola a prescindere, anche se dicesse che gli asini volano. E il leader ligure del Pdl non ha certo bisogno di un laudatore in servizio permanente effettivo in più. Fra laltro, è una categoria che fa sempre più danni che bene.
Il mio plauso al ministro dello Sviluppo Economico è tutto sui fatti. Perchè è chiaro che la ripartenza del nucleare, al netto di tutte le semplificazioni e demagogie, è una di quelle scelte che fa la differenza fra un politico che pensa al futuro e uno che pensa al presente, quando non al passato. La politica, anche quella di centrodestra, fino a ieri ha preferito mettere la testa sotto la sabbia, fare finta di niente, non pronunciare la parola «nucleare», timorosa delle possibili reazioni. La politica, anche quella di centrodestra, fino a ieri ha preferito evitare di spiegare che se la bolletta energetica è la più cara dEuropa, la colpa è di quella sciagurata scelta referendaria, presa sotto londa emotiva dellincidente di Chernobyl. La politica, anche quella di centrodestra, fino a ieri ha preferito farsi guidare dagli urlatori piuttosto che guidare lei gli elettori, anche i propri.
E qui cè la differenza fra il galleggiatore e lo statista. Il galleggiatore segue sempre la massa, lo statista cerca di guidarla. Faccio due esempi, anche al di là del nucleare, per farmi capire. Quando Silvio Berlusconi, prima delle regionali del 2000, costruì la Casa delle libertà recuperando la Lega che per anni laveva accarezzato a colpi di «Berluscaz» e di «mafioso di Arcore», i sondaggi dicevano inequivocabilmente che gli elettori del centrodestra non gradivano lalleanza con la Lega. Ma fu proprio quella scelta, presa dal leader azzurro contro i sondaggi e anche contro parte dellallora Polo, a costruire le nuove vittorie dei moderati.
Oppure, la giustizia. In questi giorni, a Genova, sarebbe stato molto più facile per il centrodestra urlare ai «ladri comunisti!», come hanno fatto i comunisti e qualche urlatore in servizio permanente effettivo, che ha seguaci anche nelle file parlamentari del Popolo delle libertà dove siedono esponenti di nuova e antica elezione poco avvezzi alla frequentazione del garantismo. Ma la scelta più facile e più demagogica non sempre è quella giusta. E la linea garantista onora chi lha scelta. In politica e sulle nostre pagine, uniche - uniche! - nel panorama locale a ribellarsi alla barbarie delle intercettazioni e delle sentenze a mezzo stampa.
Ecco, Scajola ha dimostrato di essere di questa pasta. Di quelli che guidano il proprio popolo, anzichè farsene guidare. E, se aveva dimostrato coraggio e lungimiranza lanciando lopzione nucleare immediatamente allinsediamento, nel salone del giuramento al Quirinale, ne ha dimostrati ancor di più negli ultimi giorni. Prima con lintervista al Giornale, dove ha spiegato a Fabrizio Ravoni la scelta dellatomo e poi con l«indietro non si torna» che fissa i paletti per il futuro energetico dellItalia.
Questa scelta è resa inevitabile fra laltro anche dal fatto che siamo circondati da centrali nucleari dei Paesi confinanti con lItalia, che poi ci vendono lenergia prodotta a prezzi carissimi, ma che in caso di incidente ovviamente ci coinvolgerebbero, perchè non risulta che le nubi radioattive abbiano bisogno di passaporti per passare le frontiere o si fermino per dichiarare la propria pericolosità in dogana. E il discorso vale soprattutto per le regioni del Nord Ovest, come la Liguria, confinanti con la Francia che del nucleare è una specie di paradiso mondiale.
Invece, ribaltando il discorso, la Liguria può proprio essere in prima fila per il nucleare, semplicemente recuperando la sua storia.
Basta crederci. Basta smettere di farci del male.