Liguria e Sicilia unite dal «Vino dei Fenici»

Potranno gustarlo anche i liguri, ma solo in numero molto limitato, data la quantità ridotta della produzione: è il «Vino dei fenici», un «Grillo» che arriva in questi giorni sul mercato, prodotto nell’isola di Mozia. Si tratta di una sfida, partita dai vigneti di Mozia, 40 ettari all’estremo nord ovest della Sicilia, uno dei più importanti insediamenti fenici nel bacino del Mediterraneo. Nei primi anni del Novecento, l'isola fu acquistata dall'inglese Joseph Whitaker che vi creò un Museo e l'omonima Fondazione. Già nel 1875 Mozia era coperta di vigneti, cui la famiglia Whitaker si è dedicata per qualche tempo prima di affidarne, nel 2007, la cura a Tasca d'Almerita (fra l’altro, la prima Casa a credere nella dignità e competitività del vitigno autoctono Nero d'Avola, ma anche a sperimentare i vitigni internazionali sul posto). E proprio l’esperienza della famiglia Tasca d’Almerita - «collaudata» da sette generazioni, sempre in crescita, sino agli attuali titolari Alberto e Giuseppe Tasca d'Almerita, impegnati sullo stile degli chateaux francesi dal lavoro nei campi alla cantina - ha consentito la riscoperta del «Vino dei fenici».

Che nasce in 13 ettari di vigneto, di cui 3 risalenti all'antica proprietà Whitaker e 10 reimpiantati dopo anni di esperimenti, con la supervisione dell'Istituto Regionale della Vite e del Vino e la consulenza di Giacomo Tachis. Un evento, più che un prodotto, che riproduce fra Sicilia e Liguria legami di antiche rotte marittime e tradizioni commerciali millenarie.

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