«Liguria In», ecco come le imprese fanno sistema

Metti un aperitivo al «C» Dream di Piccapietra tra imprenditori, manager e professionisti liguri. Aggiungi la presentazione della moto elettrica più venduta in Italia, orgogliosamente made in Genova, la preside della Facoltà di Ingegneria e il progetto Smart City. Shakera il tutto con entusiasmo, tecnologia, innovazione e il risultato è l'incontro di lunedì sera organizzato da LiguriaIN. «Vogliamo trasformare gli incontri virtuali in reali, seguendo un preciso codice etico condiviso - ha spiegato Giuseppe Franceschelli, vicepresidente di LiguriaIN, il club regionale legato alla federazione nazionale ClubIN -. L'obiettivo è di fare sistema tra le imprese liguri». La missione del club è di partire dal modello virtuale di LinkedIN, il social network dedicato al mondo del lavoro diffuso in tutto il globo con più di 100 milioni di iscritti, per esportarlo nella realtà con incontri a tema, tutti uniti dal minimo comune multiplo del fare sistema. Obiettivo ambizioso per una realtà atavicamente chiusa come la Liguria, ma non impossibile da raggiungere. «Siamo nati alla fine del 2008 e oggi possiamo contare già più di 500 iscritti», ha sottolineato Franceschelli. Per sopperire a questa mancanza, LiguriaIN ha promosso da qualche tempo eventi come «il frullatore», un sistema di incontri a rotazione che permette di relazionarsi in una serata con non meno di venti persone. Il nuovo format ideato dal club ligure si chiama invece «Presenta te stesso» ed è stato inaugurato lunedì sera al «C» Dream di Piccapietra con Walter Pilloni, imprenditore genovese e leader nazionale nei veicoli elettrici a due ruote grazie allo scooter EcoJumbo. Pilloni rappresenta inoltre anche un caso più unico che raro nel panorama imprenditoriale, avendo deciso di delocalizzare il lavoro dalla Cina a Sestri Ponente (non c'è nessun errore di stampa, è proprio così).
Attentissima ed entusiasta dell'iniziativa, Paola Girdinio, preside della Facoltà di Ingegneria.

«Il modello vincente che dobbiamo seguire è: no alla tecnologia fine a se stessa ma solo al servizio delle esigenze della città - ha spiegato la professoressa -. Genova è riuscita a vincere tre progetti su tre con etichetta Smart City. La testa di Smart City è il Comune, quindi il mio appello va al nuovo sindaco, che spero continui a seguire questo progetto».

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