La Liguria guida la marcia su Roma

La Liguria guida la marcia su Roma

La marcia su Roma coinvolge la Liguria. E non poco. Oggi i liberi professionisti che protestano contro la Legge Finanziaria e il decreto Bersani scenderanno in piazza a Roma, ma questa manifestazione è particolarmente sentita dalla Liguria, dove le categorie dei professionisti sono particolarmente forti. Ci saranno gli architetti e gli ingegneri, i geometri e i commercialisti, ma soprattutto ci saranno rappresentanti di tutti gli ordini provinciali della regione. Un fatto non così scontato, visto che altre zone d’Italia «rosse» per tradizione hanno scelto di non manifestare contro il governo Prodi, nonostante i problemi che le sue scelte politiche provocano alla categoria.
«Le federazioni regionali di Emilia e Toscana di Architetti e Ingegneri, ad esempio, hanno scelto di non aderire - conferma Giorgio Parodi, presidente dell’ordine degli architetti di Genova -. Ognuno è libero di fare le proprie scelte, ma questa manifestazione è stata organizzata dal consiglio nazionale del nostro ordine professionale. Il problema è che noi professionisti siamo una parte importante dell’economia italiana, rappresentiamo, con le piccole e medie imprese la spina dorsale del Paese, e la Finanziaria che viene a pescare nelle nostre categorie lo dimostra. Poi, ognuno avrà anche obiettivi di settore. Come architetti e ingegneri, ad esempio, chiediamo di rivedere il decreto Bersani sugli appalti pubblici».
Oggi a Roma, dal Colosseo a piazza Venezia sfilerà un popolo normalmente silenzioso. Ma che ha deciso di farsi sentire. E dalla Liguria si sono messi in viaggio con ogni mezzo. Auto private e treni soprattutto. «Noi non siamo come i Cipputi - osservano i professionisti - non siamo capaci a organizzare certe trasferte di massa». Ma c’è chi al gruppo non rinuncia. «Alcuni colleghi partiranno con un pulmino aziendale - fa sapere Daniele Muzio, membro della commissione sicurezza e lavori pubblici dell’ordine dei geometri -. Andremo giù in delegazione, non sarà un’invasione, ma non conta il numero. È anche inutile mostrare i muscoli a chi è nato in manifestazioni di piazza. Ma in giacca e cravatta saremo ugualmente rigidi. Non possiamo accettare, ad esempio, di sentirci dare dei delinquenti dalla Finanziaria.

Lo Stato ci impone di non farci pagare in contanti le fatture? Ma se faccio la fattura è tutto alla luce del sole. E chi vuole intascare soldi in nero senza fare documenti fiscali potrà continuare a farsi pagare come vuole».

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