Non cè da cantar vittoria, che 30mila liguri sono pur sempre senza lavoro. Epperò si può almeno essere ottimisti, a guardare i dati Istat che hanno messo a confronto il secondo trimestre 2005 con lo stesso periodo dellanno scorso: gli occupati sono 16mila in più, i disoccupati 4mila in meno. Con un tasso di disoccupazione che, sceso a quota 4,6 per cento, posiziona la Liguria, dopo anni, non più ultima nella classifica degli occupati ma penultima, magra consolazione, prima del Piemonte, a quota 4,7. Claudio Burlando il presidente della Regione non ne fa una questione politica: «Credo che le giunte regionali influiscano poco», ma tutta economica: «Significa che cè un certo dinamismo del mercato del lavoro, anche se lIstat per forza di cose fa considerazioni solo statistiche e anche se in questo risultato ci può essere ancora una componente legata alla sanatoria degli immigrati». Lottimismo sta anche nel fatto che, se dal 90 al 95 la Liguria ha perso qualcosa come 50mila posti di lavoro, dal 95 a oggi ne ha recuperati 45mila, l80 per cento.
Lobiettivo è tornare dagli attuali 618mila occupati ai 627mila del 90, proseguendo sulla scia del «calo molto brusco della disoccupazione». Ma soprattutto cercare di capire se alla quantità si affianchi la qualità dei contratti, stabilizzando il precariato. Sarà compito di un nuovo osservatorio, al quale, annuncia Burlando, «parteciperà Paolo Arvati che è uno dei più bravi demografi sociologi italiani». Il settore di maggiore crescita è il terziario, che assorbe quasi l80 per cento della forza lavoro.
Commenti
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.