La Liguria sarà la Casa del popolo dei clandestini

Ai clandestini la sanità gratuita, agli extracomunitari in regola il diritto di avere una casa popolare adeguata a ospitare la famiglia se pure ancora si trovi nel Paese d'origine, per le politiche dell'immigrazione in genere una Consulta regionale che, composta da qualcosa come 22 membri, prevede l'assegnazione di un gettone di presenza, laddove invece per nessun organismo simile è mai stato stabilito un compenso. Magari non finirà come dice Gianni Plinio il capogruppo di An, che paventa un'ondata di xenofobia da parte dei liguri indigenti stanchi di veder anteporre ai propri gli interessi degli stranieri. Di certo però la proposta di legge regionale di Rifondazione comunista e Comunisti italiani in materia di «sostegno dei diritti degli immigrati» promette di creare non poche tensioni. E ha già creato un duro scontro ieri nella commissione consiliare chiamata a valutarla. Il centrodestra, con il capogruppo della Lega Nord Francesco Bruzzone, ha chiesto di non analizzarla neppure, e quindi di non votare il «passaggio agli articoli», perché «questa è follia» hanno sottolineato Luigi Morgillo e Matteo Rosso di Forza Italia. La proposta seguirà invece l'iter fino al consiglio regionale, perché così ha voluto e votato il centrosinistra, con il sostegno di Fabio Broglia dell'Udc. Eccola. Assistenza sanitaria. Verrà garantita a tutti. Anche ai clandestini, che potranno usufruire di «cure ambulatoriali e ospedaliere urgenti o essenziali, anche continuative, per malattia e infortunio, gli interventi di riduzione e prevenzione del danno rispetto ai comportamenti a rischio, i porgrammi di tutela della saluite mentale», insomma lo scibile. Nella legge c'è anche il dettaglio delle prestazioni «garantite a parità di trattamento con i cittadini italiani»: tutela della gravidanza e della maternità, compreso l'accesso ai consultori, tutela della salute del minore, vaccinazioni previste dai piani sanitari, interventi di profilassi internazionale, profilassi, diagnosi, cura delle malattie infettive. «Si garantiscono costosi servizi a dei fuorilegge quando già il 50 per cento degli accessi al pronto soccorso non viene pagato perché tossicodipendenti e clandestini scompaiono subito dopo esser stati curati - lamenta Rosso -. Il tutto in barba al deficit irrimediabile dei conti, alla stangata fiscale già varata per tentare di ridurlo e all’aumento del ticket imposto dal governo».
Case. La legge stabilisce che gli immigrati residenti possano accedere ai bandi di assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica in condizioni paritarie con i cittadini liguri. Soprattutto, ribalta i criteri dei ricongiungimenti familiari: se finora gli stranieri dovevano certificare di vivere in una casa adeguata per far venire dal Paese d’origine in Liguria la propria famiglia, adesso potranno chiedere che venga assegnata loro una superficie abitativa adatta al nucleo familiare ancora oltreconfine.
Consulta. «Tanto per non perdere la buona abitudine di creare poltrone», per dirla con Morgillo, verrà istituita una «Consulta degli immigrati extracomunitari» che dovrà organizzare studi e convegni sul fenomeno migratorio ed esprimere pareri sui disegni di legge che riguardino anche immigrati. Non sarà proprio determinante, visto che la Giunta nopn è obbligata a consultarla prima di approvare un provvedimento, però i suoi componenti saranno pagati fra gettoni di presenza e rimborsi spese, un’inedito rispetto a tutti gli altriorganismi simili. I membri saranno 22: il presidente della giunta o un assessore, tre consiglieri regionali, dieci rappresentanti delle associazioni di immigrati, tre dei sindacati, uno del terzo settore, un esperto in cooperazione internazionale, un medico e due esperti in non si sa cosa, la legge non lo dice.
La Casa dei popoli. La legge non fa mistero di richiamare la vecchia Casa del popolo, appunto, e prevede che la Regione finanzi fino al 50 percento un fondo ad hoc per la costruzione o ristrutturazione, da parte dei Comuni, di immobili da destinare all’incontro e allo scambio culturale non fra italiani e stranieri, ma «fra stranieri di diversa provenienza».
Ieri nel mirino di An è finita anche l’altra proposta di legge, quella firmata dall’assessore del Pdci Enrico Vesco, che secono Plinio «crea corsie preferenziali a favore degli extracomunitari danneggiando i liguri più diseredati»: «La giunta ritiri la proposta o scenderemo in piazza.

È inaccettabile sperperare ingenti risorse per istituire pletoriche Consulte e privilegia gli extracomunitari in materia di casa, lavoro, scuola e sanità. Tanto più grave in una Regione come la nostra ove a migliaia si contano i cittadini italiani sfrattati e alla ricerca di un posto di lavoro e interminabili sono le liste d'attesa negli ospedali».

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