Claudio Scajola, talvolta, è un uomo che sa avere un cattivo carattere. Che, come scriveva sempre Indro Montanelli, coincide con lessere un uomo di carattere. Ma, insomma, al di là di qualche ruvidezza verbale a volte gratuita, parlare con il presidente del Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti, riconcilia con la politica. E, di fronte allintelligenza politica, ci si inchina.
Limportante è farlo sempre a ragion veduta: io, ad esempio, sono convinto che Scajola abbia fatto molto bene da coordinatore nazionale azzurro, dando gambe alle intuizioni di Silvio Berlusconi; che, da ministro dellInterno abbia pagato moltissimo linesperienza e che il suo periodo al Viminale non passerà alla storia, ma che dopo sia stato uno dei migliori ministri delle Attività Produttive di sempre. E non lo dico io, me lo dicono moltissimi imprenditori.
Insomma, ribadisco, ci troviamo di fronte a un leader politico di assoluto livello, non solo ligure. Un leader - e parlo per esperienza personale, avendolo sentito - capace di contraddire Berlusconi, quando si sente in dovere di farlo. Circostanza assolutamente positiva in un cenacolo dove troppo spesso abbondano gli yes-man. Anzi, sarebbe bene se anche il presidente del Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti, avesse pure lui i «suoi Scajola», come lo è, almeno in parte, Michele Scandroglio. Qualcuno in grado di contraddirlo, quando serve, senza alimentare inutili culti della personalità. Che penso diano fastidio per primo proprio a Claudio Scajola, come a ogni persona intelligente.
Anche Sandro Biasotti lha capito bene e le incomprensioni del passato sono un ricordo. Ecco, ripartire dal tandem fra lex governatore e lex ministro - con laggiunta della generazione dei quarantenni che si sono affacciati negli ultimi anni, con la competenza di Enrico Musso, la combattività azzurra di Matteo Rosso e il bon ton di Roberto Cassinelli, ma potrei fare molti nomi, anche di semplici consiglieri provinciali, comunali, municipali o, ancor più, di volontari - è la migliore assicurazione sulla vita del centrodestra ligure.
Soprattutto, in Liguria, il nuovo partito dei moderati dovrà ripartire proprio dal presidente del Copaco. E dalla capacità di elaborazione politica che ha dimostrato anche nellintervista che abbiamo pubblicato domenica.
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