L'importanza di chiamarsi sempre Ringhio

L'importanza di chiamarsi sempre Ringhio
Se guardo alla mia carriera calcistica, il pensiero corre veloce alla prima immagine, nitida, di un ragazzino innamorato pazzo del pallone e capace di ogni monelleria pur di riuscire in quel gioco avvincente. Mettevo a rischio la buona riuscita negli studi per inseguire una palla, sfidavo l’ira dei miei genitori tornando a casa con qualche graffio in testa per completare una sfida con i miei coetanei in qualche slargo a Schiavonea, il mio paese in Calabria. È stata la passione la grande spinta che mi ha fatto accettare il trasferimento prima a Perugia e poi in Scozia, a Glasgow, in un Paese di cui ignoravo la lingua oltre che le difficoltà legate al clima: a quell’età è duro allontanarsi dalla famiglia, dagli amici, dalle proprie radici. Io ce l’ho fatta.

E quando mi è capitato, a Berlino, in una notte magica dell’estate del 2006, di riuscire nell’impresa storica di accarezzare la coppa del mondo, ho promesso a me stesso che non sarei cambiato. Che sarei rimasto Rino, come mi chiamano tutti in famiglia o Ringhio, come fanno i tifosi del Milan e della Nazionale in giro per il mondo. Non sono cambiato perché ho sempre tenuto a mente il mio passato e non ho mai dimenticato le mie qualità che sono particolari: non le ho ricevute in dono dalla natura, me le sono conquistate sui campi impolverati della provincia con la forza della volontà, con l’assiduità negli allenamenti e lo ho coltivate con estrema determinazione, tutti i giorni.

Perciò se penso alla mia carriera, oltre alla passione, decisiva per cominciare, e all’umiltà, fondamentale per restare ad alti livelli col Milan e in Nazionale, devo citare anche un terzo fattore che è poi l’orgoglio delle proprie origini. Tutti lo sanno: ho un legame molto forte con la mia terra, in quella regione ho destinato parte dei miei risparmi per iniziative benefiche, conservo un legame molto forte con la mia famiglia e con gli amici di sempre, custoditi gelosamente.

Queste tre caratteristiche, la passione, l’umiltà e l’orgoglio delle origini, espresse nel calcio, possono ritrovarsi in altre, diverse attività, come ad esempio quella di un giornale che si rinnova e tenta di farcela, di sfondare nel suo campo. Io ce l’ho fatta. Altri possono farcela.
Rino Gattuso

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