Linate e Malpensa, l’Enac indaga sui disagi

Claudio De Carli

«Sono un passeggero di Linate rimasto bloccato dalla neve: ho capito che è accaduto un fatto eccezionale, ma qualcuno sa come siamo stati informati?».
Il signor Maurizio e basta, ma ci ha anche dato cognome e recapito telefonico, doveva imbarcarsi per Roma giovedì pomeriggio con un volo Air One: «Ero stato previdente, ero arrivato in largo anticipo per cercare di salire su un eventuale volo precedente». E parte col racconto del Linate-Fiumicino sepolto dai fiocchi: «Alle 23 circa ci hanno comunicato che il volo era cancellato. Ho parenti a Milano, ma non li chiamo a quell’ora per chiedere un letto. E poi uscire da Linate era impossibile, strade ghiacciate e taxi inesistenti. In quasi ottocento ci siamo arrangiati per passare la notte lì, con sguardi feroci a chi si sdraiava sui bilanceri del carico bagagli al check-in, il posto letto più ambito. Alle 6.45 di venerdì ecco l’imbarco per Roma su un aereo più grande, saliamo alle 9.30, il capitano ci accoglie con una voglia di partire che ci aveva contagiato ma c’era un impedimento: l’aereo aveva i serbatoi vuoti e l’autocisterna, per colpa delle neve, non riusciva a raggiungerci. Alle 10.30 giù tutti, noi e i bagagli, oltretutto l’aeroporto nel frattempo è stato chiuso». A Roma c’è arrivato in automobile: neanche così male, neppure due giorni per andare e tornare dalla capitale.
Ma Enac vuole vederci chiaro.

Al Direttore generale Silvano Manera è stata chiesta una relazione sulla gestione emergenza negli scali, in particolare sull’informazione e l’assistenza ai passeggeri così come dichiara la carta dei loro diritti. Per Linate e Malpensa è stato chiesto un supplemento di indagine oltre a un incontro entro la prossima settimana fra il presidente Vito Riggio e il sindaco Gabriele Albertini.

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