Vive in una casa del Comune di Tribiano, nell’hinterland milanese, Massimo Gianpiero C., un milanese 55enne che, fino a ora, non aveva mai avuto problemi con la giustizia. Una piccola abitazione in una zona periferica, niente di pretenzioso, tutt’altro, due locali più servizi, 45 metri quadrati in tutto. Per lui e il figlio 15enne sono più che sufficienti. Del resto padre e figlio non potrebbero permettersi di più: Massimo C. è disoccupato da diversi anni e riceve un piccolo sussidio proprio dall’Amministrazione comunale locale per sostenere le tasse scolastiche del suo ragazzo. Come potrebbe tirare avanti, infatti, visto che da anni non riesce nemmeno a pagare l’affitto al Comune?
La relazione che il responsabile di settore della polizia locale ha inviato su Massimo C. all’ufficio immigrazione della questura di Milano che chiedeva degli accertamenti su di lui parla chiaro: «Non risulta abbia alle dipendenze personale domestico(...)». Difficile, quindi, comprendere come Massimo C. abbia potuto presentare allo sportello della sede Inps di Melegnano ben 23 richieste di assunzioni per l’emersione dal lavoro irregolare di personale domestico, perlopiù di origine pakistana e nigeriana.
Da quanto emerge dalla banca dati, Massimo C. potrebbe essere un piccolo paperone: ricoprirebbe infatti cariche di rilievo in numerose società e cooperative per le quali è stato anche amministratore unico o liquidatore.
Vista la situazione anomala l’Inps Corvetto, che gestisce i lavoratori domestici, ha chiesto all’ufficio immigrazione di via Montebello di fare qualche controllo.
L'incensurato / Il milanese disoccupato che ha assunto 23 persone
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