L'INCONTRO/ Con Montanelli, un'amicizia nata in carcere

Mike trasportava taniche d'acqua nei vari reparti del carcere milanese di San Vittore, anche nell'ala femminile, dove si trovava la moglie di Indro

L'INCONTRO/ Con Montanelli, un'amicizia nata in carcere

Un incontro in carcere, quando erano entrambi prigionieri dei nazisti. Si sono conosciuti così, Mike Bongiorno e Indro Montanelli. Mike trasportava taniche d'acqua nei vari reparti del carcere milanese di San Vittore, anche nell'ala femminile, dove si trovava sua madre.

Mike ha raccontato l'incontro in un'intervista per la mostra del centenario della nascita di Montanelli, in corso a Fucecchio fino a domenica 13 settembre. Bongiorno rimase prigioniero a San Vittore per sette mesi, nel 1943. «Per arrivare al reparto femminile - spiegava nell'intervista - dovevo attraversare l'infermeria del carcere. Lì c'era un signore magro ed alto, che poi ho scoperto essere Indro Montanelli, che un giorno mi chiese, visto che andavo nel reparto femminile, se potessi portare un piccolo biglietto, il cosiddetto pizzino, scritto a mano da Indro per portarlo alla moglie. Grazie a questo episodio del carcere è nato un rapporto molto caldo, fraterno, che nessuno dei due ha mai dimenticato».

Dopo il primo anno di «Lascia o Raddoppia?» Montanelli scrisse un articolo sul «Corriere» dedicato a Mike: «Diceva che la mia fama in Italia

non sarebbe durata a lungo, e sarei stato costretto a tornarmene in America. Ci rimasi male». Ma due anni più tardi uscì un altro articolo di Montanelli, in cui diceva: «Scusa Mike, mi sono sbagliato, sei il più grande».

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