Luigi Guelpa
«Datemi notizie su Boko Haram, sono disposta a pagare bene». È uno dei tanti annunci che si possono trovare sfogliando le pagine virtuali del blog di Linda Ikeji, sconosciuta alle nostre latitudini, ma considerata la cyber-regina dell'Africa. Linda ha 37 anni, vive a Lagos, la città più popolosa di tutto il continente nero. Ex modella, è una blogger di successo, una di quelle che totalizza almeno due milioni di visitatori al giorno, e che da qualche tempo ha intrapreso una personale battaglia contro i terroristi jihadisti che insanguinano il nord del Paese. «Non sono da sola - precisa - al mio fianco ci sono gli amici, virtuali ma veri, milioni di persone che la pensano come me e che non vedono l'ora di debellare la terribile piaga che ci sta distruggendo».
La Nigeria è un colosso dai piedi d'argilla, e le regioni sequestrate dai Boko Haram sono uno schermo insanguinato su cui si proiettano gli inestricabili conflitti del Paese più popoloso dell'Africa, spaccato fra il nord di estrazione islamica e il sud cristiano. Linda riceve notizie di prima mano da Maiduguri, Marte e Gwozo, le città nelle mani dei guerriglieri. La rete di collaboratori e simpatizzanti è talmente articolata e funzionale che sono gli stessi quotidiani, il Vanguard in testa, a vampirizzarle le notizie. «Da qualche tempo hanno iniziato a citare la fonte», ironizza la blogger. I racconti di Chibok, la località dove nell'aprile 2014 vennero rapite le studentesse di un liceo, fanno accapponare la pelle. È una cittadina talmente pericolosa da far scattare dopo il tramonto un coprifuoco non proclamato. Nemmeno i nigeriani si azzardano a mettere il naso in un territorio conteso da guerriglieri senza scrupoli, banditi, squadroni della morte, ma anche da poliziotti corrotti. L'aeroporto è chiuso da quando un jet dell'Air France investì una mandria di mucche sulla pista di atterraggio. Lo scalo alternativo è quello di Gombe Lawanti, a quasi tre ore di auto. Ai check point, per perdere meno tempo, gli automobilisti danno agli agenti una lauta mancia al posto dei documenti, senza fermarsi. Tutto questo non ha spaventato Linda, che si è resa disponibile per trattare la liberazione di ottanta allieve del college, rilasciate lo scorso maggio. In risposta i jihadisti l'hanno definita «una prostituta che vive in promiscuità con gli infedeli di Londra e Parigi».
È uno spaccato d'Africa che sfugge persino ai cronisti, non certo a Linda, il cui blog è l'appuntamento, l'abitudine e il rituale di milioni di persone. Alle prime ore dell'alba, prima di bere il caffè o il tè, ci si collega al sito per capire che aria tira, per conoscere in tempo reale le notizie drammatiche o frivole del pianeta Nigeria e del mondo intero. Il suo blog ha persino generato pagine di simpatizzanti sui social network. Linda ringrazia e invita i fan a segnalare notizie, a concepire un circolo virtuoso d'informazione, promettendo denaro a tutti coloro che forniranno notizie «sugli spostamenti o sulla localizzazione dei covi di Boko Haram». E a chi le domanda se non teme per la propria vita, lei risponde serafica: «Il jihad fa leva proprio sulla paura delle persone. Di fronte al coraggio quelle belve sono come disarmate». Affermazioni importanti, pesanti come macigni, che però alla lunga stanno generando proseliti. Chi segue il blog è pronto a definirsi «un patriota», in contrasto con le forze dell'ordine considerate «in larga misura corrotte».
Linda Ikeji non ci tiene però a vestire i panni dell'eroina, di una Giovanna d'Arco in salsa africana disposta al martirio. Originaria della città di Nkwerre (nel sud), si è trasferita nel 2000 a Lagos per laurearsi in lingue e letteratura straniera quattro anni dopo. Il suo blog è un mix di persone, notizie, approfondimenti e curiosità, con un prisma nigeriano che irradia storie che provengono da tutto il mondo. È impossibile ad esempio che una stella di Nollywood (l'industria cinematografica locale) rimanga incinta o cambi fidanzato senza che lei lo venga a sapere. Altrettanto impossibile che un cantante di grido cambi l'auto nel più assoluto anonimato. Anzi, come nel caso di Wizkid, idolo delle teenager, Linda è riuscita persino a pubblicare l'importo delle rate della Porsche, comprese quelle insolute. L'artista, in passato messo sotto accusa per via di un lifting definito «spregiudicato», non l'ha presa bene, minacciando querele. Per tutta risposta la quotata influencer ha fatto scrivere a Wizkid una lettera di fuoco dal ministro della giustizia Abubaklar Malami. Giusto per far capire di potere contare su amicizie importanti. Sfogliando le pagine si trovano anche notizie dall'Italia: dalla vita del playboy Gianluca Vacchi, al dramma vissuto da Gessica Notaro, l'ex miss Romagna aggredita con l'acido dall'ex fidanzato, fino ad arrivare al braccio di ferro politico per l'approvazione della nuova legge elettorale.
Oggi Linda è diventata un modello per i giovani africani che vogliono sfondare nel mondo dei social. Su twitter è seguita da due milioni di persone, su Instagram i suoi fan sono quasi un milione e mezzo. In una società in cui il successo nei social viene venerato, soprattutto in un'Africa in perenne ricerca di riscatto, lei può vantarsi di avere creato un autentico business. Il suo blog è diventato un bancomat che le recapita più di un milione di dollari l'anno in ricavi pubblicitari. Il prossimo passo sarà quello di vendere gadget e lanciare una linea di moda legata al suo nome. Pare sia già tutto pronto per il «Linda style», prima però, per sua stessa ammissione, «dobbiamo assestare un colpo importante ai Boko Haram.
Dove ha fallito la politica possiamo rimediare noi». Si ritiene una cattolica praticante e alle donne sottomesse all'islam radicale scrive: «Amate il sesso. Scegliete sempre chi è bravo a letto e lottate per emanciparvi».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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