La linea difensiva della Fiorentina: il grande silenzio

Gian Piero Scevola

da Roma

Il colpo di scena che non t’aspetti arriva alla ripresa pomeridiana dei lavori, quando a difendersi toccherebbe, secondo l’agenda, alla Fiorentina. Ben quattro interventi, lunghi e articolati, sono previsti dai collegi difensivi di Diego Della Valle, Andrea Della Valle, l’amministratore delegato Sandro Mencucci e la società Fiorentina. Occorre ricordare che è pesantissima la posizione dei massimi dirigenti viola e del club: all’orizzonte si profila la retrocessione in serie B, una penalizzazione di quindici punti, inibizioni che significano praticamente radiazioni dal calcio. Davanti a simili proposte di pene non ci si può non difendere. Anzi, si deve attaccare, smontare le accuse una per una come aveva fatto il Milan in mattinata. Bisogna tirar fuori le unghie e mettere spalle al muro il Procuratore federale Stefano Palazzi, appena arrivato da Napoli dove ha partecipato a due processi presso la Procura militare, contestandogli tutto e il contrario di tutto.
Invece no, invece che fa la Fiorentina? Non si presenta, rinuncia alla battaglia, alza bandiera bianca, senza però patteggiare come aveva fatto la Juventus il giorno prima. Non si tira la zappa sui piedi, ma quasi, perché alle 15,30 si fa avanti il professor Giuseppe Morbidelli, legale della società toscana, con un bel pacco di fascicoli sotto il braccio e, dal banco degli accusati, cala l’asso (o il due di picche, valuteremo dopo la sentenza della Caf). E quando tutti s’aspettano l’inizio della prima di quattro interminabili arringhe, ecco la sorpresa.
«Abbiamo deciso di presentare solo "note d’udienza", documentazione che vale per tutti e quattro i deferiti, nel rispetto dello jus novorum, ovvero quello che è emerso in questi giorni. Riservandoci però di replicare se dovessero emergere nuovi elementi nel corso del dibattimento. La richiesta che facciamo è di piena assoluzione dei nostri assistiti». Queste le testuali parole di Morbidelli che consegna le note, saluta, gira i tacchi e se ne va, lasciando tutti con un palmo di naso. Stupiti, interdetti, sorpresi per quello che viene considerato da molti un harakiri viola.
Ma la medaglia ha un rovescio, qualcosa sotto ci deve pur essere, il dubbio avanza, s’insinua e si trasforma in giallo. E allora si scopre che i fratelli Della Valle sono furenti, arrabbiati come poche altre volte in passato per il trattamento subito dalla Caf che ha rifiutato testimoni e prove durante il dibattimento, che ha invece permesso ad altri deferiti di poter fare il bello e il brutto nelle dichiarazioni dibattimentali.
Mister Tod’s si è convinto che il giudizio nei confronti della Fiorentina è già stato scritto e che invece il Milan, si sta defilando a poco a poco dal processo, scrollandosi di dosso l’accusa di illecito che invece rischia di sprofondare i toscani in B. Con tanto di pesante penalizzazione appresso. «Hanno fretta di decidere, anzi, hanno già deciso, per questo non hanno interesse ad ascoltare le tesi delle difese, per questo non vogliono far parlare i testimoni»: suonava così il pesante atto d’accusa di Della Valle senior il giorno precedente la sua deposizione davanti alla Caf, con un tono che sembra proprio essere quello dei giorni peggiori. Perché Della Valle si sente sotto assedio, messo alle strette, altro che Champions League. E allora reagisce: «Se mi vogliono condannare, dovranno passare sul mio cadavere. Sono pronto a tutto, anche a rivolgermi alla corte di giustizia europea». Uno sfogo che si è concretizzato ieri quando, dopo un summit con e tra i collegi difensivi dei deferiti targati Fiorentina, è stato appunto deciso di non presentarsi più davanti alla Caf. Uno schiaffo a Cesare Ruperto e ai suoi componenti, una pesante contestazione su come è condotto il processo e, forse, una neppure troppo velata protesta per quello che per molti fiorentini è un tentativo di «salvataggio» nei confronti del Milan.


Niente arringhe, quindi, solo una nota scritta che la Caf dovrà esaminare in camera di consiglio. «Inutile stare qui ad aspettare che questi decidano... Anche perché hanno già deciso», la battuta al veleno che Della Valle ha fatto filtrare. Al posto delle interminabili quattro arringhe da tutti attese.

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