Linea dura di De Corato: «C’è solo una soluzione, ordinanze e più controlli»

«Milano ha bisogno di un sindaco leghista». Davide Boni, il presidente del Consiglio regionale della Lombardia, coglie la palla al balzo - la rissa con tre feriti avvenuta domenica vicino a via Padova e la sollevazione di una banda di venti persone contro un vigile al Corvetto - per prenotare al Carroccio la poltrona di Palazzo Marino. «Non è possibile - incalza - che ci sia un quartiere in mano alla malavita italiana, cioè Corvetto, o a quella straniera, come via Padova. Bisogna rivedere nella totalità gli interventi in maniera più dura, serve un cambio di passo e le ordinanze vanno estese su tutti i quartieri più a rischio. La candidatura di Umberto Bossi è ancora lì, io non l’ho sentito ritirarla». Per via Padova Boni torna a chiedere «di fissare le quote di stranieri nel quartiere». Gli strumenti? «Le regole urbanistiche e un’assegnazione diversa delle case popolari. È inutile che si continui a chiamare il Viminale». Leggi, il ministro della Lega Roberto Maroni. «Si tratta di campagna elettorale», ribatte il presidente della Provincia Guido Podestà, che anche il coordinatore regionale del Pdl e fa quadrato. Quella di Boni, aggiunge, «è un’affermazione che non ha ragione d’essere. Si tratta di campagna elettorale». Secondo Podestà «Milano non vive una situazione allarmante dal punto di vista della sicurezza. Credo che non si possa non riconoscere l’azione importante fatta dall’amministrazione comunale e dal vicesindaco De Corato sulla sicurezza».
E proprio De Corato difende il piano sicurezza messo in campo dal Comune e in primis le ordinanze sul coprifuoco firmate dalla Moratti (e contestate nei giorni scorsi anche da assessori del Pdl in Regione). «Altro che coprifuoco e luci degli esercizi spente - commenta -. L’aggressione al vigile urbano dimostra che il Comune e il sindaco hanno fatto benissimo a intervenire in quell’area con le ordinanze e maggiori controlli. Certe pretestuose polemiche sono state solo montate ad arte da qualche personaggio che ha interessi personali nelle discoteche toccate dal provvedimento di anticipazione della chiusura oraria». La violenza a Milano «parla soprattutto straniero». Dopo l’omicidio alla Bovisa e la rissa in via Padova, l’analisi di De Corato è netta: «Sono la riprova che il linguaggio della violenza a Milano parla soprattutto straniero. Da inizio anno sono 1.745, per lo più extracomunitari, gli autori di reati che destano allarme sociale». Le ricette per il quartiere di via Padova «avanzate a suo tempo dalla sinistra e dal mondo della solidarietà pelosa si rivelano castelli di sabbia, è illusorio pensare che bastassero meno controlli e un pò di buonismo per risolvere d’incanto i problemi determinati dagli enormi flussi immigratori». Fa notare che lì in poco più di 10 anni gli stranieri regolari sono aumentati del 340% (da 747 a 3.308): «Il percorso dell’integrazione è difficile e resta ancora da costruire. Senza polizia e ordinanze la situazione andrebbe fuori controllo».
Critico il vicepresidente Pd del consiglio regionale Filippo Penati, che definisce il sindaco Moratti e De Corato «dilettanti della sicurezza». Con «le loro scelte scellerate - afferma - espongono a maggiori rischi i cittadini dei quartieri popolari di Milano.

Hanno inasprito le tensioni con provvedimenti così demagogici da essere inattuabili, senza poi saperle gestire in alcun modo. I fatti di questi giorni sono una chiara riprova del fallimento. Ora il sindaco e il prefetto Gian Valerio Lombardi non girino la testa dall’altra parte e bonifichino il Corvetto da gang e spacciatori».

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