Più americano che italiano. Mario Renato Capecchi, fresco vincitore del Nobel per la Medicina, ha vissuto infatti negli States gran parte della sua vita. Una vita segnata da un’infanzia drammatica: orfano di padre, Capecchi vide la madre arrestata e deportata dai nazisti, per «motivi politici», nel lager di Dachau. Era il 1941, e il futuro Nobel aveva solo quattro anni. A cinque, inizia a vagare per l’Italia meridionale, dopo esser stato cacciato dalla casa che lo ospitava.
Quasi quattro anni di autentico vagabondaggio, ed è una circostanza che ha dell’incredibile il ricongiungimento con la madre, subito dopo la guerra, in un ospedale di Reggio Emilia. I due finalmente, nel 1946, partono verso gli Stati Uniti, dove vengono ospitati dagli zii. A suggellare la rinascita dopo gli anni drammatici della guerra, la laurea in Chimica e Fisica all’Antioch College, nel 1961, primo passo di una carriera eccezionale che ha portato Capecchi al Nobel.
A sottolineare le difficili prove sopportate dal giovane Capecchi è stato anche Michael Young, il presidente dell’Università dello Utah, dove Capecchi lavora attualmente: «I suoi risultati - ha detto subito dopo la notizia del Nobel - sono particolarmente significativi alla luce delle tremende prove che ha dovuto
affrontare durante l’infanzia. Ha attraversato queste esperienze, da cui è partito per spingere sè stesso nel creare qualcosa che renda la vita delle persone di tutto il globo più lunga, più in salute, più produttiva».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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