nostro inviato a Berlino
Di certo, strano è strano, questo magrissimo Chester Bennington. Sul palco della O2 World Arena, aprendo il tour europeo con i suoi Linkin Park, poi ha strillato per un’ora e mezza, roba da demolirsi le corde vocali a colpi di nu metal e rapcore ora diluiti nell’elettronica più cattiva. E invece qui, in una saletta gelata del Grand Hyatt, parla tranquillissimo, quasi sottovoce del nuovo album A thousand suns, i tatuaggioni che spuntano timidi sotto la giacchetta da collegiale. "Vengo da Gilbert, Arizona, e, quando torno, l’odore di stalle mi fa sentire a casa". Sembra un furetto spaesato, invece è una delle rockstar più coccolate del bigoncio: i Linkin Park hanno venduto sessanta milioni di copie, su Facebook solo Lady Gaga li batte (hanno più di quindici milioni di amici), cinema e tv li pedinano per averli nelle colonne sonore. Di più non si può: perciò loro, che sono sei e di solito bivaccano a Los Angeles, hanno cambiato guardaroba (musicale) e speriamo bene. Nuove regole del cd A thousand suns: più campionamenti, sequencer, loop. E meno chitarroni. Più ampollosa marzialità industrial e meno iconografia rap. E allora figuratevi il pubblico: mica se lo aspettava, anche se in un mese un milione di copie del disco, tutte accaparrate dagli ultras dei Linkin Park, sono già volate via. Però adesso viene il bello, vero caro magrissimo Chester? "Ora siamo diventati una band bipolare".
Scusi?
"Questo album i nostri fans o lo amano oppure lo odiano".
Sì ma lei ha già detto di non essere granché soddisfatto delle vendite di A thousand suns.
"No, non è vero. Dopotutto i nostri amici su Facebook sono quasi raddoppiati nell’ultimo anno e qualcosa vorrà pur dire no?".
Loro forse non si aspettavano l’inversione a U.
"Ma in realtà abbiamo sempre avuto molta elettronica nei nostri album".
Si vabbé.
"Forse era più nascosta".
Appunto.
"Prima di registrare A thousand suns abbiamo trascorso un periodo a ricostruire la band. Non volevamo fare qualcosa di prevedibile del tipo “rap and sing” (parti rappate da Mike Shinoda e parti cantate da lui – ndr)".
Quindi?
"Volevamo diversificarci e la tecnologia ci ha consentito di inventare nuovi suoni".
Però, scusi mister Bennington, avete chiamato come produttore Rick Rubin, un mammasantissima da un milione di dollari a disco che ha già prodotto Beastie Boys, Run Dmc, Metallica e Johnny Cash.
"E’ stato il capitano della nostra nave. Però è venuto a controllarci solo una volta al mese durante le registrazioni".
Per forza, ha altre decine di navi. Nel disco, come nello show, ci sono parti di un discorso di Martin Luther King jr (sai che fantasia) e anche del fisico Robert Oppenheimer (questa sì una sorpresa).
"Ma non siamo una band politica in senso stretto. Quando scriviamo i testi, pensiamo alle cose che ci succedono intorno, ma non vogliamo dare lezioni a nessuno. Non siamo mica predicatori".
Siete "solo" rockstar. Agli ultimi Mtv Video Awards sono stati spesi 350mila dollari solo per darvi una scenografia adeguata. E tra un paio di settimane sarete agli Mtv Europe Music Awards di Madrid.
"Gli ultimi Mtv Awards di Los Angeles sono stati una grande esperienza, bisogna ammetterlo".
Avevate un palco solo per voi da 350mila dollari. Più o meno simile a quello che utilizzate adesso in tour: con una pedana rialzata per ciascun musicista.
"Ma a Madrid non sappiamo ancora che cosa faremo, decideremo più avanti".
Sarà uno spettacolo tv seguito da centinaia di milioni di persone.
2Quando ero un ragazzino, queste cose mi facevano schifo: ero più estremista. Ora mi sono accorto che la musica è comunque multimediale".
I due film della serie Transformers hanno preteso una vostra canzone (What I’ve done, New divide) e anche Csi vi ha chiesto il brano (Leave out all the rest) nella puntata andata in onda in Italia il 9 aprile 2010). E siete pure nel videogame Guitar hero World tour.
"Oggi tutte queste cose aiutano le band a farsi conoscere, specialmente se sono trascurate dalle radio".
Però adesso, dopo la svolta elettronica, rischiate anche voi. Non solo in radio. Ma pure sul mercato.
"Però dal vivo saremo sempre obbligati a dare qualcosa di nuovo".
Uno show più kolossal?
"No, quella roba lasciamola a gente come Beyoncé".
Ma, scusi, se al pubblico non piacerà il cd, cambierete idea?
"No, mi dispiace, questo è proprio da escludere".
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