Salute

Con l'innovazione più guarigioni L'accesso alle cure

La sfida da vincere per il Sistema sanitario Il punto in un convegno

Fabrizio de' Marinis

L'ematologia italiana primeggia, in Europa e nel mondo, al pari di Francia e Germania e, tra le scienze mediche del nostro Paese è, al primo posto, per prontezza di risposta alle più gravi forme di neoplasie del sangue e per capacità di ricerca. Una realtà molto articolata, tra pubblico e privato, dove l'impegno di quest'ultimo è particolarmente dinamico, soprattutto, nelle reti di laboratori di analisi, mentre le lentezze della burocrazia sanitaria, che si perde negli infiniti rivoli delle strutture regionali e in lentezze dispendiose, appesantisce non poco il settore.

Quando, poi, si tratta di somministrare i nuovi farmaci in continua evoluzione che, in questo tipo di malattie a rapida evoluzione, sono spesso indispensabili, ma anche molto cari, come nelle ultime sfide delle cure con anticorpi monoclonali, i tempi si allungano pericolosamente. Se ne è parlato recentemente a Roma, all'Hotel Residenza di Ripetta, durante il convegno «Il Paziente con Malattie Onco-Ematologiche», che ha messo a confronto medici, rappresentanti della ricerca, pazienti e alti funzionari del ministero della Salute. La prima conferenza nazionale in diretta streaming, si è interrogata sulle migliori modalità di accesso dei pazienti ai trattamenti innovativi.

Presieduta dal professor Mario Boccadoro, direttore della Divisione Universitaria di ematologia, Citta della Salute e della Scienza di Torino - è stata l'occasione per fare il punto sulle principali malattie onco-ematologiche. In particolare, sono state passate in rassegna nelle varie sessioni, leucemie acute, mieloma multiplo, linfomi e leucemia linfatica cronica, leucemia mieloide cronica, neoplasie mieloproliferative e le neoplasie mieloproliferative. «Registriamo, in Italia, circa 32mila casi di tumori, ogni anno - spiega Boccadoro - che riguardano complessivamente le malattie del sangue, tra leucemie, linfomi e altre patologie. Tuttavia un numero di pazienti crescente guarisce o cronicizza grazie alla ricerca e all'innovazione scientifica. Questo effetto positivo, da un lato produce una maggiore sopravvivenza, dall'altro determina una sfida organizzativa per il sistema sanitario, quella dell'integrazione sociale e lavorativa e dell'accesso alle terapie innovative, seppur ad alto costo. In un quadro sostanzialmente buono, va superato lo scollamento tra le unità ministeriali centrali, che rispondono con una certa celerità, e i mille rivoli delle strutture sanitarie regionali. Un esempio. Sarebbero sufficienti cinque grandi laboratori di analisi centralizzati e, invece, ne esistono migliaia. Va poi risolta la lentezza con la quale i nuovi farmaci arrivano ai pazienti».

Secondo dati della Società italiana di ematologia (Sie), in Italia l'incidenza delle leucemie è in crescita ma, grazie ai progressi della ricerca e della clinica, la mortalità è, invece, in diminuzione. Sono, infatti, oltre 8.000 i nuovi casi diagnosticati ogni anno.

Oggi la sopravvivenza, a cinque anni, per tutte le forme di leucemia si aggira intorno al 43% negli adulti, ma supera il 65% nella forma mieloide acuta e arriva al 90% nei bambini colpiti da leucemie linfoidi.

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