L'Inter perde prima la coppa e poi la testa

Valencia - Pareggio con scene finali da malaffare. Un’altra vergogna del pallone. Burdisso e Marchena scatenano la rissa, Navarro parte dalla panchina e spacca il naso a Burdisso. Scene da ultras: inseguimenti, botte, calci, spinte, insulti proseguiti fin negli spogliatoi. Non si contano i colpevoli, ma neppure gl innocenti. L’Inter finisce il suo giro d’Europa con due pareggi ed una partita in cui carica a testa bassa un toro vero. Valencia ha trovato la sua vendetta, lo scrivevano i giornali, lo voleva la gente. Più che vendetta è stata rivincita, sacrosanta, meritata. Inter sfiorita nel giorno in cui doveva trovar il guizzo di conquista. Hanno fallito le punte, ma anche i centrocampisti. Il Valencia ha fatto gran partita, la gente di Mancini è entrata nella parte dei routinier senza mai uscirne.
Partita subito difficile, nemmeno il tempo di annusare l’aria e l’area. Mestalla carico con le sue bellissime muraglie umane. L’Inter del primo tempo è stata sorniona e talvolta impacciata, intrappolata dal giocare sicuro e facile del Valencia. Mancini ha inventato la soluzione studiata dal giorno seguente alla partita d’andata. Burdisso play maker davanti alla difesa, Dacourt pronto a dargli una mano: riedizione del duo Cambiasso-Vieira che, però, ha altro spessore e la squadra se n’è accorta. Gran difficoltà a fare gioco, troppa imprecisione, Valencia a giri pieni sospinto dal gran daffare di Angulo sulla destra e dal veloce muoversi degli attaccanti e dei centrocampisti. In tre minuti l’Inter ha rischiato di subire i gol che potevano metterla in croce, ma dapprima Materazzi (Morientes se lo trova fra i piedi un attimo prima di tirare) e più tardi Julio Cesar (devia un tiro avvelenato di Baraja) mettono tutti tranquilli. Per tutto il primo tempo la squadra di Mancini non è mai stata in grado di tenere la partita fra le mani.
Ibrahimovic è stato mal servito e comunque sempre ben marcato. Perfin troppo da Canizares che, al primo scontro duro, ha cercato di provocarlo (dito in faccia) rimediando (lui, ma anche Ibra) un’ammonizione. Stankovic quasi mai ha trovato posizione ottimale. L’Inter ha sofferto, ma il Valencia si è limitato a quei pochi tiri in porta iniziali. E al minuto 34 ha rischiato più di tutti, quando Albiol ha deviato con la mano, peraltro fasciata quindi ben visibile, un pallone deviato da Crespo proprio davanti al portiere. Era rigore, ma arbitro e guardalinee hanno dormito.
All’inizio della ripresa l’Inter ha cercato di cambiare ritmo e faccia alla partita. Mancini ha chieso aiuto a Cruz, il goleador di Champions, richiamando Crespo che, pochi attimi prima, aveva scaraventato maldestramente un pallone da gol. Segnali da brutta aria in uno stadio diventato bolgia, assatanata di fischi quando è entrato in campo Figo. Ma il portoghese è un tipo tosto e dal suo ingresso in poi l’Inter ha preso sostanza e miglior possesso del gioco e della partita. Ma quella di ieri sera doveva essere un match da killer dove sfruttare la minima occasione. L’Inter l’ha avuta: un colpo di testa di Materazzi le ha regalato il brivido ma Marchena ha salvato sulla linea.

Poi sono stati sospiri più che conclusioni e il Valencia ha messo il fiocco alla sua gran partita giocando un finale da fuochi d’artificio. Bello, se poi non fosse scoppiato il finimondo. Isterici e violenti: una vergogna. Non finirà qui.

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