L'Inter vola in Germania Moratti crede all'impresa "Fascino dell’impossibile"

I nerazzzurri a Gelsenkirchen, il presidente crede nella rimonta nerazzurra: "Ho visto Milito sciolto, ci desse una mano... ". Leonardo recupera pure Samuel, più come talismano che con reali possibilità di schierarlo

L'Inter vola in Germania 
Moratti crede all'impresa  
"Fascino dell’impossibile"

Ci sarà un Aaltonen nello Schalke 04? Difficile. Eppoi i tedeschi sono più ricchi dei finlandesi del Turun Palloseura. Ricordate? L’Inter aveva perso 1-0 a San Siro, si parla di coppa Uefa 1987-1988, il ritorno in Finlandia non doveva essere impervio. Ma qualcuno ne uscì spaventato. Il ritorno si chiuse 2-0, ma nel frattempo l’Inter si era comprata (nel senso dell’ingaggio per la stagione ventura) Aaltonen che poi fece carriera (si fa per dire) al Bologna. Quella sera vinsero in due: l’Inter appunto e il Palloseura che contò un gruzzoletto a buon rendere. Quella nerazzurra non fu una rimonta epica, ma è rimasta nell’epica dei racconti. C’è epica ed epica.

L’epica delle rimonte è piena di risultati stravaganti e imprese da pelle d’oca. Quelle italiane nelle coppe sono 41, ma solo otto andate a buon fine in trasferta. Considerando che all’Inter ne sono riuscite tre (Bayern compreso), chi mai potrebbe avere più esperienza in materia? Quando dici rimonta pensi alle imprese degli uomini solitari: Bartali, Tomba, Valentino Rossi, tanto per dirne tre. Quando parli di squadre tutto sembra meno (sportivamente) eroico. Se parli di calcio ragioni solo nel nome del gol, non della impresa che ti sei goduto. Quella che l’Inter va a provare a Gelsenkirchen, in Champions, entra nell’idea collettiva di «capolavoro», nel caso riuscisse. Direbbe Mazzarri: «Qualcosa di stratosferico». Parlare di «remuntada» è francamente limitativo. Ne converrebbe perfino Mourinho. I bookmakers quotano a 26 la possibilità che l’impresa riesca. Il 4-0, che qualificherebbe i nerazzurri, viene giocato addirittura a 50. Ma gli scommettitori ci hanno puntato in massa.

Forse i bookmakers avranno ascoltato le parole di Moratti. Ieri il presidente ha regalato il refrain di questa attesa, che rispecchia il Dna interista: ovvero l’impossibilità di essere normali. «Dobbiamo restare concentrati per tentare una cosa impossibile. Ma questa impossibilità rende la sfida affascinante». Sintesi perfetta. Poi tocca agli altri. Leonardo sta provando tutte le carte psicologiche. Fra i convocati ha incluso Walter Samuel, il muro che sarebbe servito all’Inter di coppa. Il recupero a passi di gigante (operato a novembre), presuppone una presenza simbolica ma di grande effetto per tutti. Presidente compreso. «Ci siamo dimenticati che Samuel quest’anno non ha giocato e che, se ci fosse stato, avremmo avuto qualcosa di diverso». Invece l’effetto Champions sarà nei piedi di Milito, magari nella freschezza di Nagatomo, due personaggi che il patron ha messo nella personalissima lista delle speranze per questa partita. «Il giapponese per ora rende bene, se Milito riuscirà a darci una mano sarebbe utilissimo. L’ho visto sciolto, fresco». Ci vorrebbe il bomber del triplete: in quel caso lo Schalke rischierebbe davvero di tremare.

Le storie di gol e rimonte possono raccontare di tutto, nel bene e nel male. L’Inter fece storia a Higbury con uno storico 3-0 vincente contro l’Arsenal, ma fu rivoltata a San Siro subendo un catastrofico 5-1. Le riuscì la rimonta a Lione: da 1-2 a 3-1 e poi fu coppa Uefa. E senza badare a tante cattiverie che ne sono seguite. Il Milan inaugurò il bello delle rimonte italiane in coppa dei Campioni nel 1956: passò da un 3-4 a San Siro, subito a sorpresa dai tedeschi (guarda, guarda!) del Saarbrucken, ad un 4-1 scaccia rossori nel ritorno. Invece si rovinò la reputazione in Champions con il Deportivo La Coruna, passando da un 4-1 casalingo ad un 4-0 in Spagna. Il fascino dell’impresa impossibile attraversò ancora l’Inter nella sfida con il Liverpool (stagione ’65-’66). Era la Grande Inter, che perse 3-1 in Inghilterra. Ma con i gol di Corso, Peirò e Facchetti mise tutti zitti nel ritorno a San Siro.

Il calcio è pieno di 3-0 tramutati in 4-0 (Parma- Halmstad di coppa Uefa) di 2-0 tramutati in 3-0(Inter-Aston Villa), di 7-1 o 6-3, 5-2. In nome del gol non c’è limite al pallottoliere. Ecco perchè, dove la ragione dice di andarci piano, il pallone dice di non mettere limite alla provvidenza.

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