La parola d'ordine è sviluppo. Un obiettivo che l'Italia potrà soddisfare solo e unicamente lasciandosi alle spalle zavorre burocratiche ed eccessivo carico fiscale. Nonostante i molto discutibili giudizi delle agenzie internazionali di rating - troppe volte influenzati da parametri distanti dall'economia reale - il nostro Paese è ben più solido di quanto si dica. Lo dimostrano i successi di migliaia di aziende, proiettate sui mercati internazionali con crescenti fatturati.
«L'Italia - ha dichiarato recentemente Giorgio Squinzi, numero uno di Confindustria - è più forte di quanto indichino le motivazioni di Moody's». Non è sulla speculazione finanziaria, ma sulle necessità reali e impellenti del tessuto produttivo che deve concentrarsi l'associazione degli industriali, che tra suoi associati annovera numerosi imprenditori del Friuli Venezia Giulia.
A farsi portavoce degli interessi della regione è Alessandro Calligaris, presidente regionale di Confindustria, che proprio a Dossier ha dichiarato come il ruolo dell'associazione debba rafforzarsi in virtù delle sfide che attendono la nostra economia. «In un momento così critico, Confindustria deve misurarsi con le proprie priorità - dice Calligaris -. L'affermarsi della globalizzazione ha di fatto incrementato l'importanza del movimento associativo, nel contribuire a creare le condizioni per la competitività. Se molto incidono le misure che vengono adottate a livello governativo, è altrettanto vero che tanto dipende anche da noi.
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