Da Gianni Letta a Pippo Baudo, da Enrico Montesano a Walter Veltroni, da Rodolfo Laganà a Renato Schifani. Tanti, tantissimi i personaggi della politica e del mondo dello spettacolo venuti a rendere lultimo saluto a Oreste Lionello, indimenticabile cabarattista, famoso soprattutto per aver dato una voce italiana a Woody Allen. Ieri nella camera ardente allestita nella sala della Protomoteca in Campidoglio è stato un viavai continuo di romani.
Ad accogliere i visitatori, Giuliana, la compagna di Lionello, i figli e gli amici più intimi. «È stato un vero maestro - ha ricordato Pippo Baudo - una persona che davvero quando recitava insegnava a recitare. Fu una delle prime persone che conobbi a Roma, ci siamo subito voluti bene e poi in 50 anni non ci siamo mai lasciati». Baudo ricorda poi «Cinquantanni di lavoro e di amicizia». «Ricordo quando dedicai una Domenica In ai suoi 80 anni, quando lui venne ospite e facemmo il maggior ascolto», rievoca ancora Baudo. Sui banchetti allestiti a pochi metri dal feretro si leggono tante frasi di ringraziamento al «maestro» lasciate da allievi e colleghi: «Caro Oreste dopo tanti anni lavorando accanto a te ho imparato il mestiere del cabarettista, sei stato formidabile, sono un giovane attore cresciuto con il tuo mito, le mie imitazioni sono nate grazie alle tue»; «caro maestro eri lunico dei miei illustri colleghi che mi faceva ridere, ora come farò». «Da ieri siamo tutti un po più tristi - ha detto commosso Montesano -: da Oreste Lionello si poteva imparare molto, bastava andarlo a vedere in teatro».
«Era un uomo fuori dal comune - ha ricordato Giancarlo Magalli - aveva uno strumento nella gola che riusciva a rendere divertente e curiosa qualsiasi cosa.
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