Franco Ordine
nostro inviato
a Kaiserslautern
Lippi, tu vuoi fa lamericano? Certo, gli piacerebbe, gli piacerebbe molto. Gli piacerebbe molto fare lamericano a modo suo, piegare la resistenza dei pellirossa qui a Kaiserslautern, a pochi chilometri dalle basi militari Usa e qualificarsi per gli ottavi a colpo sicuro dopo 180 minuti di mondiale. Sotto lapparente cautela, quasi dordinanza, è dotato della necessaria fiducia perché tutto ciò avvenga, senza clamorosi rischi di ribaltoni o di sorprese ma non può dirlo apertamente. Non conviene e non porta neanche bene. «Gli Usa sono un buon collettivo, sono anche organizzati» puntualizza per non dare lidea di abbaiare alla luna. Perciò la predica allo spogliatoio è di altra natura. «Lho detto ai ragazzi, prima di metterci al lavoro: sarebbe da sciocchi se ci lasciassimo confondere dagli eccessivi elogi incassati dopo la prima prova. Abbiamo sognato una partenza così, condita di gioco, gol e risultato: sarebbe un delitto buttarla via nel cestino delle cose inutili» spiega Marcello Lippi che continua nellaltalena tra i compiti didascalici di un capo tribù e i rischi soliti annidati dentro le viscere del calciatore italiano un po ganassa. Son diverse le tensioni, son diverse le difficoltà rispetto al Ghana, eppure quello è il punto di partenza da cui la Nazionale e Lippi devono ripartire, stasera. «Mi piacerebbe rivedere la stessa prova di Hannover, da migliorare cè solo la resa dellattacco, voglio vedere maggiore concretezza sotto porta» fa sapere come per dettare i nuovi compiti agli azzurri.
Lippi vuol fare lamericano, stasera, ma si rende conto che scivolare sul tema del terrorismo o del dibattito politico italiano, è un altro degli errori da evitare. «Ho letto le risposte dei giocatori sullargomento guerra: bastano e avanzano. Noi ci guardiano intorno, sappiamo quel che accade, siamo informati, non mettiamo la testa sotto la sabbia come gli struzzi ma non ne siamo turbati» è la sua garanzia. Resa al pubblico di casa e a coloro che stanno in Italia e magari si lasciano disorientare dal tam tam di agenzie e telegiornali. Meglio concentrarsi sulla difesa degli Usa, sugli spazi concessi alla Repubblica Ceca, «ma Nedved ha avuto una fortuna sfacciata» e pensare a vincere, «non al numero dei gol da fare, sarebbe un peccato di presunzione» ingiustificato prima della seconda partita che altrove grandi certezze ha lasciato in eredità. «Per esempio lArgentina: insieme con la Spagna è la migliore nazionale vista al mondiale. Ha giocato bene anche la Costa dAvorio, ha collezionato un bel numero di occasioni da gol senza sfruttarle ma la qualità del gioco è stata eccellente» il suo bilancio sintetico sul resto del torneo che continua a regalare gol ed emozioni. Coincide con quello di Arrigo Sacchi e con le lodi spedite agli azzurri, «è uno degli addetti ai lavori e non è la prima volta che sottolinea il nostro buon lavoro» e forse anche con quello di molti altri estimatori scoperti in giro per gli stadi della Germania.
Lippi lamericano ha bisogno di due punteros più precisi ma anche della preziosa assistenza di Totti. «Non è solo lecito trovarlo in evidente progresso, è augurabile» è la sua idea che rimette al centro della discussione lo schieramento deciso. Riserbo assoluto, secondo tradizione. «Ho questa abitudine da trentanni, non la cambio sicuramente ora» chiarisce. E se tiene a far sapere che persino Pezzotti, il suo fidatissimo Narciso, viene tenuto alloscuro delle scelte è come se volesse dire ai cronisti che insistono: non provate a indagare, non troverete traccia di una mia anticipazione. Che invece apparecchia, dinanzi alla domanda precisa. È lunica. «Zambrotta è recuperato e giocherà» la garanzia firmata che non vale per Gattuso, destinato alla terza, contro la Repubblica Ceca, ad Amburgo. «Secondo un piano fin qui rispettato al minuto» segnala con soddisfazione. Alla fine, come per decretare la fine della ricreazione e linizio di un altro fine settimana di passione, si concede la battuta del giorno.
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