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Lippi ha anche il problema dei gol, ma ripropone Gila-Iaquinta

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All’appello della Nazionale mancano, oltre all’assicurazione sulla vita, Gigi Buffon cioè, anche una manciata di gol. Lippi non è il tipo da bruciare uno dei mondiali­sti dopo una sola prova, deludente ma una soltanto. E perciò Alberto Gilardino può provare a capovolge­re il suo mondiale contro la Nuova Zelanda, domenica pomeriggio. Avrà al suo fianco Vincenzo Iaquin­t­a nel modulo corretto in modo vir­tuoso durante la seconda frazione col Paraguay. È questo l’esito del test di ieri pomeriggio a Centurion e dal quale si può partire per un viaggio intorno a questo oggetto misterioso del club Italia. Il gol, ap­punto. Luca Toni, da Firenze, subi­to dopo aver rescisso il contratto con il Bayern e prima di prendere casa col Genoa, ha fornito la sua versione. «Tutta colpa del clima ol­tre che dell’atteggiamento delle squadre» la sua spiegazione, frutto dell’esperienza realizzata un anno fa, di questi tempi, sempre in Suda­­frica, in occasione della Confedera­tion Cup. Ma i ritardi del gol vengono da molto lontano. Prendiamo il grup­po degli attaccanti: i più in forma, nelle precedenti settimane, sono apparsi Quagliarella (suo il sigillo a Ginevra contro la Svizzera) e Pazzi­ni, reduce da un finale di stagione entusiasmante (suoi gli squilli di tromba contro Milan e Roma con cui ha sospinto la Samp al quarto posto, in zona Champions). Nessu­no dei due finora ha trovato ancora posto. Non solo. Ma il re del gol, in Ita­lia, è risultato Totò Di Natale, con i 29 gol che luccicano ancora nel ta­bellone del campionato. Una cifra enorme rispetto alle briciole altrui. Per esempio Iaquinta: 6 centri in campionato, uno solo in Cham­pions, ma a causa di ripetuti infor­tuni. Per esempio Gilardino che si è fermato a quota 15 in campiona­to con 4 gol in Champions che non sono proprio da buttar via. Non è forse un caso che sia stato proprio Pazzini uno dei più attivi, con 19 re­ti, davanti a Quagliarella che ha chiuso col Napoli all’altezza di 11 centri. «Non c’è un problema, ve­drete si sbloccheranno » è la convin­zione di Toni. «Io e Di Natale? Ve lo dico quando prendo il patentino di allenatore» la risposta da “scafato” di Simone Pepe, simpaticissimo nel raccontare il siparietto tra lui e De Rossi, prima del debutto a Città del Capo («mi ha detto Daniele: ri­cordati da dove siamo partiti; io gli ho risposto: io me ricordo ma mò speramo de arrivà!»). È una banale questione di bom­ber fuori forma oppure di giocate che possono e devono preparare il gol? Al dibattito, aperto da lunedì notte, possono partecipare anche gli azzurri in Sudafrica come Gior­gio Chiellini. «Non è stata colpa lo­ro » la sua analisi conclusa da una garanzia. «Le prossime due partite si possono giocare con due punte» la conclusione del difensore juven­tino, inseguito dall’interesse di club inglesi («se vuole la Juve può chiamarmi, io non ho cambiato nu­mero ») sul mercato internaziona­le.

Sarà per questi motivi, allora che Lippi è pronto a riconfermare, con­tro la Nuova Zelanda, l’Italia del se­condo tempo col Paraguay, con Pe­pe e Marchisio ai lati della coppia centrale De Rossi-Montolivo, da­vanti al quartetto difensivo ricon­fermato in blocco. Perché, come al solito, ogni buon attacco parte dal­la difesa.
FOrd

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